Piccioni ‘invadenti’: «Qualcuno mi aiuti»

Una signora li sfama dalla finestra, ma un giovane imprenditore di Terni denuncia ad umbriaOn: «Sporcizia e odore nauseante, non riesco ad aprire il mio negozio»

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di Francesca Torricelli

«Vi sembra possibile che io non riesca ad aprire il mio negozio, nel locale che ho da qualche mese affittato, a causa di una colonia di piccioni?». La storia che un giovane ternano ha raccontato ad umbriaOn a qualcuno farà sorridere. Di certo non al giovane imprenditore.

L’imbarazzante scoperta «Da fine febbraio – racconta – ho preso in affitto un locale in viale Trieste, a Terni, per trasferire il mio negozio di animali domestici e toelettatura per animali. Appena firmato il contratto ho iniziato subito a fare alcuni lavori per migliorare il locale in base alle esigenze della mia attività». Ma dopo pochi giorni l’imbarazzante scoperta: «Il marciapiede adiacente le vetrine era completamente invaso dai piccioni».

I rifiuti alimentari Tra la rabbia e la curiosità «mi sono messo ad osservare e cercare di capire il motivo di quell’affollata ‘riunione’ di piccioni e ho notato che a terra era pieno di pezzi di pane e di carne e rifiuti alimentari di ogni genere. Un’immagine da voltastomaco. Ho chiesto al proprietario del locale e ai negozianti vicini le ragioni di quella situazione e mi hanno spiegato che una signora che abita al secondo piano è solita dar da mangiare ai piccioni e che già c’erano stati dei problemi (c’è un processo penale in corso, ndR) con chi aveva in gestione il locale precedentemente».

I disagi Storto un po’ il naso, il ragazzo ha continuato con i lavori, ma in pochi giorni «mi sono reso che la situazione era insostenibile. Con le piogge, il cibo lanciato dalla finestra dalla signora diventava una poltiglia disgustosa che, con il sole, finiva per emanare un odore insopportabile. Per non parlare del fastidio e dallo sporco provocato dall’avere più di dieci piccioni costantemente davanti la porta del negozio».

Lavori fermi In quelle condizioni, racconta, «lavorare non era possibile. Ero arrivato anche a pensare di spostare l’ingresso del negozio per allontanarlo dai volatili. Ma i costi sono eccessivi e non mi è sembrato giusto. Così ho fermato i lavori e mi sono rivolto alla polizia locale. Ma la loro risposta, purtroppo, è stata diretta e concisa e mi hanno spiegato che più che multare la donna, non possono fare».

Dall’avvocato Intanto il giovane imprenditore non è ancora riuscito ad aprire la sua attività «per la quale pago le tasse e l’affitto del locale. Se non riesco a lavorare dove li prendo i soldi per far fronte a tutto? Non mi sento tutelato da nessuno, non so più dove sbattere la testa. Mi sono rivolto al mio avvocato e qualcuno ora dovrà ripagarmi del disagio».

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