Precipitata nel vuoto: «Calvario senza fine»

Terni, sesto intervento chirurgico per Roberta Sala, la donna rimasta gravemente ferita il 17 maggio in via Malnati: «Ancora cicatrici e dolore ma forse fra sei mesi camminerò»

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«E sono sei. Ogni volta spero che sia l’ultimo ed ogni volta mi ritrovo a doverne fare un altro. Sono esausta perché la mia vita è rovinata, non tornerò più come prima, e nessuno si è mai scusato per ciò che mi è accaduto». Il 16 novembre Roberta Sala, la 53enne di Terni precipitata nel vuoto in via Malnati, lo scorso 17 maggio, dopo che una grata aveva ceduto al suo passaggio, è stata sottoposta al sesto intervento chirurgico legato ai pesanti traumi subìti in seguito alla caduta.

Roberta Sala

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Calvario «Purtroppo sulla gamba destra dove mi erano ‘usciti’ tibia e perone – racconta – non si è formato il callo osseo ed è stato necessario effettuare un innesto osseo, preso in parte dalla tibia dell’altra gamba e in parte dalla banca dei donatori. L’ortopedia del Santa Maria è stata come sempre eccezionale, così come il dottor David D’Eramo, ma si sono verificate alcune complicanze successive – una piccola infezione ed un doloroso ematoma – che stanno prolungando la degenza».

Viti e placche nelle gambe

Dolore e speranza Altro dolore ed altre cicatrici per il corpo già martoriato di Roberta – per lei oltre un mese di ospedale dopo la caduta, inclusi dieci giorni in rianimazione con riserva di prognosi – che davvero non ne può più: «Questo calvario non sembra avere fine. Negli ultimi tempi, pur potendo poggiare una sola gamba, peraltro parzialmente, in casa riuscivo a muovermi con un deambulatore per raggiungere da sola, ad esempio, il bagno o la cucina. Fuori, invece, sono riuscita ad andare solo con la sedia a rotelle. Ora questo sesto intervento, se da un lato è un’altra tappa pesante, dall’altro mi ridà la speranza di poter tornare a camminare da sola. Se tutto andrà bene, fra sei mesi, in primavera, potrei finalmente riuscirci».

La cicatrice sulla schiena di Roberta

Lunga trafila Dopo aver ottenuto i benefici della legge 104 e l’invalidità per almeno un anno, Roberta Sala si è affidata ad uno studio del nord Italia per curare la parte risarcitoria, ancora da definire: «So che sono stati chiamati in causa altri soggetti, oltre al condominio di via Malnati, come ad esempio le imprese private interessate più e meno direttamente dai lavori di installazione della grata. Ma i tempi anche qui non sono brevi e il fatto che non possa più tornare come prima, mi opprime a prescindere da qualsiasi risposta positiva e definitiva, che ancora non ho, sul piano legale».

Amarezza «Il percorso di recupero è ancora lungo – dice Roberta -. Sei mesi sono passati ed altrettanti dovranno passare prima che possa ‘rivedere la luce’, salvo imprevisti. Mi confortano l’affetto dei miei cari, l’attenzione dei medici, anche se la rabbia è tanta. Non solo per le scuse mai arrivate – e mi preme dire che il centro medico dove stavo recandomi quella maledetta mattina per una visita è totalmente estraneo al fatto e, nonostante ciò, mi ha comunque dimostrato grande vicinanza e gentilezza – ma anche perché trovo assurdo pensare che ci siano persone che, eseguendo così male il proprio lavoro, finiscono per mettere a repentaglio e condizionare pesantemente la vita altrui. Quel volo di quattro metri è toccato a me, ma poteva esserci chiunque altro».

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