Rifiuti a Terni, via Vanzetti: novità in vista per la Ferrocart

Richiesta di aumento di quantitativo per carta/cartone da recuperare: 25 mila tonnellate l’anno. Via il legno, giù la plastica. Migliorie per il sistema antincendio

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di S.F.

Via Vanzetti, novità in vista. Questa volta il progetto dell’impianto di essiccamento fanghi da 8 milioni nell’area del depuratore Sii non c’entra nulla. Ma siamo comunque in zona: la Regione Umbria ha ricevuto la documentazione – tutti atti pubblici – per la richiesta di aumento dei quantitativi di rifiuti di carta e cartone nelle operazioni di recupero da parte del soggetto proponente, vale a dire la Ferrocart srl. Siamo al civico 34.

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La planimetria progettuale

Più carta, meno plastica. Via il legno

In sostanza è stata avviata la verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale, come da prassi in queste circostanze. Di base va chiarito un concetto: la richiesta – si legge nello studio preliminare ambientale ultimato a dicembre e preparato in primis dall’ingegnere Catia Quirini – progettuale «non determina un aumento del quantitativo assoluto di rifiuti autorizzati  né una variazione delle tipologie di rifiuti trattati». Proprio così. Perché la Ferrocart ha intenzione di estendere il livello per la tipologia 1.1 (vale a dire carta e cartone da recuperare) da 21 mila tonnellate a quota 25 mila tonnellate l’anno e al contempo ridurre la tipologia 6.1 (rifiuti di plastica) dagli attuali 6 mila a 2 mila. C’è inoltre la cessazione della tipologia 9.1, ovvero i rifiuti di legno: l’autorizzazione vigente prevede un quantitativo da avviare a recupero pari a mille tonnellate sui dodici mesi. Invariato tutto il resto (vetro, elettrodomestici, metalli non ferrosi).

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Paolo Amadei (al centro) in casa Umbriadue per la maratona di San Valentino

Le barriere resistenti al fuoco 

Difficile dimenticare che proprio in via Vanzetti 34 – proprio nel febbraio di un anno fa – si sviluppò un rogo non di poco conto. Un’altra novità riguarda questo fronte: la richiesta prevede anche l’installazione di «barriere di compartimentazione resistenti al fuoco al fine di ridurre il rischio di incendio e limitare l’irraggiamento verso l’attività confinante». Un miglioramento del sistema esistente in definitiva attraverso dei blocchi prefabbricati in calcestruzzo da 160x80x80. «Nel tempo – si legge nello studio preliminare – la ditta ha specializzato la sua attività puntando, tra le tipologie di recupero autorizzate, a potenziare principalmente la tipologia 1.1 (carta) per il recupero con produzione di materia partendo da rifiuti a base cartacea». L’attività della Ferrocart è concentrata nel recupero e nella commercializzazione di rifiuti e materie provenienti da attività industriali, artigianali, agricole, commerciali, centri di raccolta, raccolta differenziata di carta, plastica, legno, metalli e vetro.

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Lo scopo: carta e plastica

Il progetto non comporta alcun tipo di modifica strutturale. Bene. Ma come mai la Ferrocart si muove in questo modo? La risposta è sempre nello studio preliminare: «A seguito dell’aumento di flussi della tipologia carta dovuto alla raccolta differenziata, lo scopo del progetto è rispondere alle esigenze di mercato privilegiando le attività di recupero della carta a quelle della plastica, realizzando una piattaforma specializzata al recupero della carta migliorando le prestazioni ambientali, in quanto la percentuale di recupero della carta è maggiore del recupero della plastica. A parità di volume, la carta ha un peso specifico maggiore della plastica, il quale comporta una riduzione dei mezzi per il trasporto della stessa quantità di rifiuto». Lo stabilimento Ferrocart – l’amministratore delegato è Paolo Amadei, mercoledì mattina presente in casa Umbriadue Acea per la presentazione della maratona di San Valentino accanto a Tiziana Buonfiglio e Giovanni Rosti – ha superficie totale da circa 4.500 metri quadrati, 1.440 dei quali occupati dal capannone industriale dove c’è l’attività principale per il recupero rifiuti.

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