Terni-Narni: «Primo distretto italiano sostenibile»

È l’obiettivo di un’intesa tra Confindustria e Fondazione Carit, otto aziende insieme per dare un volto più ‘green’ al territorio

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Terni e Narni guardano al modello di Essen, la città ‘green’ tedesca, e puntano a diventare il primo ‘distretto italiano della sostenibilità’, attraverso la rigenerazione urbana e lo sviluppo del territorio: è questo l’obiettivo ambizioso del protocollo d’intesa tra la Fondazione Carit e Confindustria Umbria firmato mercoledì pomeriggio dai rispettivi presidenti, Luigi Carlini e Antonio Alunni. L’accordo rappresenta la base di un progetto a cui hanno aderito otto delle più importanti aziende della Conca, che si impegnano a promuovere la sostenibilità ambientale, la riqualificazione urbana, i processi di innovazione e l’economia circolare. La finalità è anche quella di attrarre talenti e investimenti, generando nuove opportunità di crescita economica ed occupazionale.

Le tre tappe del percorso

Ast, Beaulieu International Group, Covestro, Erg, Fucine Umbre, GoSource, Novamont e Tarkett le aziende per ora in prima linea nel progetto, che avrà tre fasi di attuazione: la prima, con la collaborazione di due società di consulenza, ruoterà intorno alla valutazione delle buone pratiche di sostenibilità delle imprese aderenti e alla creazione di un piano di comunicazione del progetto stesso, che verrà presentato nel corso di un evento ‘di lancio’ previsto tra marzo e aprile 2020. La seconda fase punterà all’ampliamento della rete di sostenitori del progetto, coinvolgendo imprese e istituzioni, infine la terza fase si concentrerà sulla produzione e diffusione, anche a livello nazionale, di un report di sostenibilità del ‘distretto della Conca ternana’.

Il ruolo di Confindustria

«Quello della riqualificazione urbana è un tema su cui dobbiamo essere leader – ha detto prima della firma Alunni -, dunque sono felice che l’importanza dell’argomento sia stato compreso. Iniziamo oggi un viaggio che ci auguriamo duri il più possibile e possa proseguire anche in altre parti dell’Umbria». Il presidente della sezione ternana di Confindustria Umbria, Giammarco Urbani, che ha dato input all’iniziativa, ha ricordato come il progetto nasca «da un protocollo del 2016 che oggi si trasforma concretamente in un percorso che metterà a sistema le buone pratiche diffuse sul territorio. Una novità in campo nazionale e non solo». Con lui, mercoledì, era presente alla firma anche Tullio Camiglieri, vicepresidente della sezione ternana e responsabile delle relazioni esterne di Ast, che ha sottolineato il fatto che «diventare come Essen (città sede di ThyssenKrupp, ndr) è una scommessa che il territorio può vincere».

Il ruolo della Fondazione

In considerazione della rilevanza del progetto la Fondazione Carit ha deciso di finanziare la prima fase di start up, la cui sfida è racchiusa nei dieci punti del manifesto di ‘Urban Regeneration’ sottoscritto dalle imprese aderenti: tra queste rigenerare il territorio, rinnovare l’azione politica per restituire al tessuto urbano la sua storia ambientale e paesaggistica e sperimentare un nuovo modo di interpretare la città, come un luogo di crescita sociale, economica e culturale. «Crediamo che la ricostituzione del nostro sistema sia un’occasione importante per declinare l’area di intervento della Fondazione dello sviluppo locale – ha sottolineato Carlini -. Questo progetto può aiutarci anche a cominciare a dare non solo visibilità ma anche attrattività al nostro territorio».

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