San Gemini: operaio morto schiacciato. Indagini aperte e battaglia giudiziaria

Incidente probatorio in tribunale per la morte del 60enne Agron Sulo, datata luglio 2021. Atti restituiti al pm per proseguire il lavoro

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di F.T.

L’incidente sul lavoro risale al 29 luglio dello scorso anno a San Gemini, in via Tuderte. Agron Sulo, operaio 60enne di origini albanesi residente da anni a Terni, sposato e padre di tre figlie, stava eseguendo con l’autocarro della ditta per cui lavorava, un intervento di autospurgo di un bagno chimico noleggiato da un esercizio privato. Improvvisamente il mezzo da lavoro – la strada era in pendenza – si era sfrenato, schiacciandolo contro un muro e uccidendolo sul colpo. Alla tragedia, dopo le indagini condotte dalla procura di Terni con il supporto dei carabinieri sangeminesi e della Usl Umbria 2, ha fatto seguito il procedimento penale che vede indagato per ‘omicidio colposo’ il datore di lavoro dell’operaio deceduto, un imprenditore ternano di 51 anni. Per ricostruire con la maggiore precisione possibile l’accaduto, il tribunale di Terni nella persona del gip Barbara Di Giovannantonio, ha disposto l’incidente probatorio, incaricando il consulente Maurizio Tarchi di relazione su tutta una serie di aspetti tecnici. L’udienza si è tenuta mercoledì mattina alla presenza delle difese dell’indagato – gli avvocati Manlio Morcella e Riccardo Matticari – e del legale che assiste le persone offese, ovvero i familiari dell’operaio, l’avvocato Erdis Doraci del foro di Tivoli. Quest’ultimo, in aula, ha sostenuto come l’autocarro fosse sprovvisto di impianto per il freno di stazionamento, ma anche del pulsante di regolazione manuale del gas. Oltre a ciò ha rimarcato che il veicolo era utilizzato da ben 17 anni, che le operazioni venivano condotte – da qui l’ipotesi di inadeguatezza del piano di sicurezza – da un solo operaio, con un veicolo in moto da manovrare su tre lati dello stesso, e che la strada in pendenza avrebbe potuto causare – stante il passaggio di pedoni – conseguenze ancora più gravi. Tesi esternate in aula, a fronte di un elaborato peritale sostanzialmente favorevole all’indagato e di cui il tribunale ha preso atto. Al termine, il giudice ha restituito gli atti al pm Giulia Bisello per la prosecuzione delle indagini che, viste le premesse e quanto rappresentato nel corso dell’incidente probatorio, potrebbero sfociare in una battaglia giudiziaria.


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