Tesei a De Augustinis: «Siamo in emergenza» Ma arriva il ricorso

La governatrice prima convoca una conferenza poi incontra il sindaco, che però nel frattempo dirama una nota in cui ufficializza la richiesta di sospensione dell’ordinanza al Tar

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di P.C.

«Ho un grandissimo rispetto per il sindaco di Spoleto per cui nutro un rapporto di stima, che c’è sempre stato, oggi stesso lo incontrerò per cercare di chiarire la situazione…». Con la voce ancor più tesa e metallica del solito, la presidente Donatella Tesei ci mette tutto il suo impegno a dare credibilità a questa affermazione e ad apparire il più conciliante possibile, ma a guardarla, dalla telecamera della conferenza, si vede che dentro ribolle di rabbia. Tanto che deve leggere passo passo gli appunti che aveva preparato, per profferire la frase in modo corretto. Basterebbe questa immagine per descrivere cosa succede fra l’istituzione regionale e gli enti locali quando si fanno scelte come quella sul piano regionale per gli ospedali covid. Si capisce che è un tentativo disperato a cui probabilmente non crede nemmeno lei… e infatti, poco dopo, arriva la conferma: il comune di Spoleto si rivolge formalmente al Tar. La notizia viene divulgata proprio mentre è in corso l’incontro fra i due. Non il massimo per conciliare.

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Not in my backyard

Si chiama fenomeno ‘NIMBY’ (acronimo inglese per ‘Not In My Back Yard’: «Non nel mio cortile») e caratterizza le proteste da parte di membri di una comunità locale contro decisioni di interesse generale che ricadono su uno specifico territorio (ad esempio le discariche o le gallerie o i depuratori). Tutti ritengono siano importanti per il benessere generale, ma nessuno li vuole vicino casa. Accade così anche per gli ospedali Covid, che servono (in pochi giorni i ricoveri sono quadruplicati in Umbria) ma nessuno vuole rinunciare alle peculiarità del proprio ospedale di riferimento. È quello che sta succedendo a Spoleto, e non solo (in parte anche a Pantalla nei mesi scorsi; ndr), dove il sindaco De Augustinis, pure vicino politicamente alle Tesei, ha annunciato ricorso al Tar contro la decisione di utilizzare il ‘San Matteo degli Infermi’ per l’emergenza coronavirus.

Ufficiale: presentato ricorso al Tar

Il Comune di Spoleto ha presentato oggi un ricorso al Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria chiedendo la sospensione sia dell’ordinanza numero 67, sia degli ordini di servizio adottati dalla Usl Umbria 2 in relazione alla trasformazione del locale ospedale in struttura Covid. L’iniziativa – si legge in una nota del Comune – era stata annunciata venerdì scorso dal sindaco Umberto de Augustinis a seguito della chiusura del pronto soccorso e della quasi totalità dei servizi del San Matteo degli Infermi fino al 31 gennaio 2021.

Le contestazioni

Tre i punti contestati. Per quanto riguarda l’ordinanza 67/2020, l’amministrazione considera violato il principio di leale collaborazione tra enti e viene denunciata la contraddittorietà e la carenza di istruttoria rispetto a precedenti atti di programmazione della Regione, come ad esempio il Piano di riorganizzazione emergenza Covid, deliberato dalla giunta regionale nel giugno scorso. Relativamente invece agli ordini di servizio del direttore sanitario dell’Usl Umbria 2 viene contestata “l’incompetenza, ossia l’aver travalicato il contenuto dispositivo dell’ordinanza della presidente, ampliandone arbitrariamente la portata, senza avere alcuna competenza in materia di’ordinanze d’urgenza, prevedendo quindi la chiusura del pronto soccorso e l’istituzione del punto di primo intervento.

«Gravissime disfunzioni»

«I provvedimenti impugnati – si legge nel ricorso – provocano gravissime disfunzioni alle prestazioni sanitarie e fortissime reazioni delle popolazioni interessate, determinando una situazione di altissima tensione e preoccupazione, con legittime proteste, contenute in forme legali solo grazie alla civiltà democratica che caratterizza la comunità spoletina. Circa duemila cittadini, così, hanno denunciato alla procura della Repubblica l’interruzione del servizio sanitario di prossimità, in violazione del diritto costituzionale alla tutela della salute, sancito e protetto pure dalle Convenzioni europee. L’amministrazione comunale di Spoleto, molto responsabilmente, non intende sottrarsi al suo dovere di solidarietà sociale e di collaborazione istituzionale per quanto riguarda le misure sanitarie di contrasto alle attuali emergenze Covid». Il comune di Spoleto ha quindi chiesto al presidente del Tar di concedere misure cautelari proporzionate a contenere i danni e, al contempo, volte a favorire la positiva soluzione della questione.

‘Siamo in emergenza, ve ne siete accorti?’

«Voglio ricordare che siamo in periodo di emergenza – ha detto la Tesei in conferenza – e stiamo applicando una normativa nazionale, che dispone di attivare ospedali Dea di secondo livello. Questo dice la normativa». Nel corso della conferenza, come del resto già il nostro giornale aveva sottolineato a margine della precedente conferenza, emerge come, a questi ritmi, con ricoveri che aumentano in maniera esponenziale e a ritmi velocisissimi, nel giro di qualche giorno tutti gli ospedali regionali dovranno essere coinvolti ed entrare nella rete.

L’appello agli spoletini

«Ho sentito dei commenti assurdi tipo ‘ti abbiamo votata’ – commenta con amarezza la Tesei – ma io devo rispondere a tutti gli umbri a prescindere da chi mi ha votata. Conosco gli spoletini e ho lottato con loro per precedenti battaglie, come gli uffici giudiziari. La mia disponibilità resta totale. Questo è il momento del dialogo. Oggi stesso avrò un colloquio con il sindaco per ribadirgli che nessuno ha voluto penalizzare la città di Spoleto, ma l’ospedale spoletino rientra in una rete regionale che deve essere a disposizione della sanità regionale per la gestione dell’emergenza coronavirus».

Il video della conferenza stampa

«Lo devo scrivere col sangue?»

«È naturale che dopo questa fase di emergenza tutto ritorni come prima. Anzi, nell’ordinanza, relativamente a Spoleto, mi sono spinta oltre – dice la presidente – puntualizzando come non solo tutti i servizi saranno ripristinati, completamente, anzi Spoleto rientra in un percorso di piano regionale della sanità che lo vedrà finalmente rafforzato perché alcuni reparti di questo ospedale saranno addirittura potenziati, cosa che non è mai stata fatta prima». E poi, all’ennesima domanda sul tema: «I cittadini possono stare tranquilli sul tema, l’ho scritto pure nell’ordinanza, cos’altro devo fare, lo devo scrivere col sangue?».

Cosa rimane a Spoleto

«Viene mantenuto il day hospital oncologico, radioterapia e tac oncologiche, mammografia, dialisi, radioterapia tradizionale, punto prelievo e servizio donazione, endoscopia digestiva e radiologia. Il tutto con percorsi separati. Il pronto soccorso in parte continuerà ad essere pronto soccorso Covid; a fianco, all’interno dell’ospedale, con un percorso autonomo, ci sarà naturalmente l’accoglienza per tutti i codici bianchi e i codici verdi, con la stabilizzazione dei codici gialli. Chi conosce l’ospedale di Spoleto sa perfettamente che sono questi i codici che arrivano lì (sottinteso: i codici rossi, più gravi, vengono già dirottati in altri nosocomi; ndr). Gli altri servizi saranno assicurati dall’ospedale di Foligno, che dista molto poco». Su questo, qualche polemica c’è, anche considerando la qualità dei collegamenti viari: per percorrere i 40 chilometri in questo periodo ci vuole più tempo del previsto.

L’incontro romano

Poco dopo le 21 è il Comune a lanciare un nuovo aggiornamento sulla diatriba in essere: «Si è tenuto nel tardo pomeriggio a Roma l’incontro tra il sindaco Umberto de Augustinis e la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei». Un confronto «serrato che si è protratto fino a tarda sera» nel quale il primo cittadino «ha ribadito in più occasioni alla residente Tesei la forte preoccupazione dell’amministrazione e della città per una scelta che ridimensiona fortemente la capacità del San Matteo degli Infermi di garantire i servizi sanitari ai cittadini di Spoleto, del comprensorio e dei comuni della Valnerina. Una difficoltà che il sindaco, pur constatando la disponibilità, ancorché molto tardiva e parziale, della presidente al confronto, ha chiesto in via d’urgenza di poter superare ripristinando innanzitutto il servizio di pronto occorso e garantendo, anche durante questo periodo di emergenza, la possibilità di mantenere un punto nascite a Spoleto, con garanzie reali e concrete, e non mere promesse, in merito al ripristino di tutti i servizi oggi sospesi».

 

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LE REAZIONI

Dieci consiglieri comunali di Spoleto contrari al ricorso

Nel frattempo è arrivata una nota dei consiglieri comunali di Spoleto (che non si firmano come gruppo politico) Stefano Polinori, Paola Vittoria Santirosi, Antonio Di Cintio, Riccardo Fedeli, Cesare Loretoni, Stefano Proietti, Gianmarco Profili, Ilaria Frascarelli, Roberto Settimi, Marina Morelli che criticano il sindaco sulla scelta di percorrere le vie legali e giudiziarie per difendere il pronto soccorso.

«Numeri da brivido»

«Le proiezioni peggiori danno numeri da brivido con una impennata imprevista dei malati, siamo passati dal 7 ottobre, in soli 20 gg, da 52 a 244 ricoveri in Umbria, con occupazione del 34% dei posti letto in rianimazione. Questa la fotografia che ci ha portato ad accettare giocoforza la scelta della regione di convertire il nostro ospedale in ospedale covid. Se le proiezioni di crescita rimangono queste, questa settimana non ci saranno più posti letto covid con il rischio di lasciare i malati senza garanzia di cure ospedaliere».

«Ma il pronto soccorso va difeso»

«Non era però accettabile la paventata ipotesi della cancellazione del pronto soccorso, per cui quando si è diffusa la notizia giovedì scorso, siamo andati subito a protestare davanti all’ospedale unendoci alla protesta collettiva». Gli stessi consiglieri, però, sottolineano come, vista la situazione, la richiesta di sospensiva Tar non sia la soluzione migliore: «Se fosse accolta, bloccherebbe inevitabilmente la possibilità di ricovero sia per i pazienti covid che non covid. Oggi, alla luce delle dichiarazioni della Presidente Tesei, troviamo conferma che sarà garantita la gestione di un primo intervento sui codici bianchi, verdi e gialli e la stabilizzazione delle patologie critiche».

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Le ‘fake’ sulle terapie intensive

A seguire, la presidente se la prende con l’opposizione politica e con le polemiche (che viaggiano soprattutto sui social) sulla tenuta della sanità umbra nei confronti dell’emergenza: «Ad oggi le terapie intensive sono 93 e non 70 e sono in continua crescita secondo un progetto modulare in relazione alla crescita delle necessità. fino ad arrivare a 124, in considerazione del fatto che nel frattempo sono continuare le altre attività della sanità umbra». Ma non finisce qui: la conferenza era solo il primo tempo; il secondo andrà in scena in consiglio regionale nella giornata di martedì.

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