Superbonus 110%, tempi stretti e macchina lenta. «Così risorse in fumo»

L’allarme dei professionisti dell’edilizia: «Mancata digitalizzazione dei Comuni e assenza di norme chiare ostacolano il nostro lavoro»

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di F.L.

Solo nel Comune di Terni, nel corso degli ultimi otto mesi, sono stati registrati 1.500 accessi agli atti in ambito edilizio, una media cioè di 200/250 mensili rispetto ai 40/50 precedenti. «Significa che, tendenzialmente, 1.200 cittadini vorrebbero sfruttare i benefici del Superbonus 110%, un dato che moltiplicato per il resto dei Comuni dell’Umbria rende l’idea della potenzialità delle misure. Una grande opportunità, che però rischia di sfumare». Numeri e preoccupazioni, questi, evidenziati venerdì mattina dai rappresentanti della Rete delle professioni tecniche (Rpt) dell’Umbria, il coordinamento formato da circa 11 mila professionisti tra geometri, ingegneri, architetti, periti industriali e agrari, dottori agronomi e forestali della regione. Figure chiamate in prima linea nell’applicazione degli incentivi economici in campo edilizio, ma (non solo per questo) alle prese con numerose problematiche, nate sia a livello centrale che locale.

IL PROBLEMA BONUS EDILIZI A TERNI

Livio Farina

Accesso negato agli uffici e digitalizzazione al palo

«Sentiamo l’esigenza di evidenziare alcune questioni – ha spiegato il coordinatore della Rpt dell’Umbria, Livio Farina -, perché riscontriamo grandi difficoltà che non dipendono dalla nostra responsabilità. Subito dopo il lockdown del 2020 manifestammo l’esigenza fondamentale per noi di accedere agli uffici delle amministrazioni pubbliche, perché nonostante fossimo tra le categorie non obbligate al fermo non ci veniva consentito di svolgere servizi in presenza per noi necessari. Non ci veniva concessa la possibilità di un confronto con gli uffici tecnici o di accesso agli atti, elementi fondamentali legati all’ordinario svolgimento dell’attività ma anche alle misure di incentivo poi emanate dal Governo. Chiedemmo dunque di essere messi in condizione di svolgere il nostro ruolo. Ancora oggi troviamo un grandissimo rallentamento, legato al fatto che lo smart working funziona solo in teoria». Per Farina, infatti, «si dà per scontato che le amministrazioni siano pronte sul fronte della digitalizzazione, ma non è così». «L’informatizzazione degli archivi storici – ha aggiunto – è un passo che le amministrazioni non sono pronte a svolgere. Alcuni servizi in presenza sono condizione necessaria. Dunque a circa un anno di distanza ci troviamo nella stessa condizione, se non peggio». Anche se, è stato evidenziato, «non si può generalizzare e alcune amministrazioni hanno fatto passi in avanti».

L’ATER E IL SUPERBONUS

92 Comuni, 92 interpretazioni normative

Un altro problema sottolineato dal coordinatore Rpt è «il disallineamento tra le normative nazionali e regionali», sempre in tema edilizio. «È stato convocato un primo incontro con la Regione – ha detto – per la modifica delle legge regionale 1/2015, speriamo sia un passo positivo verso il cambiamento. Abbiamo esigenza di chiarezza del quadro normativo di riferimento e di uniformità nell’interpretazione delle norme, c’è bisogno di condivisione perché il meccanismo funzioni». Ma l’uniformità richiesta dai professionisti non è solo normativa tra livello nazionale e regionale ma anche «comportamentale» tra le stesse amministrazioni locali umbre, se non addirittura tra una stanza all’altra dello stesso ufficio. «Non è gestibile – ha proseguito Farina – il fatto che 92 Comuni abbiano 92 interpretazioni, procedure e tempistiche diverse. Questo rovina il mercato e fa allontanare investitori, a noi non permette di essere chiari con i nostri committenti». Un quadro, questo, complicato dall’entrata in vigore del Superbonus, «una misura incentivante di grande potenzialità, ma che a causa delle difficoltà operative rischia di rimanere senza applicabilità pratica». A preoccupare è la ristrettezza tempi di applicazione, visto che gli incentivi scadranno a giugno 2022. «Ciò significa che per determinati interventi, quelli più rilevanti, sono quasi scaduti».

Orizzonte 2022

La ‘mini proroga’ di sei mesi prevede la possibilità di un’ulteriore estensione al 31 dicembre 2022 per gli interventi realizzati dai condomini che al 30 giugno 2022 hanno completato il 60% degli interventi. «Ma diventa molto difficile accedervi, perché molti Comuni hanno tempi lunghissimi per l’accesso agli atti» ha sottolineato il segretario della Rpt, Massimiliano Fancello, fornendo i dati citati all’inizio relativi a Terni. «Ad oggi le pratiche portate a termine su tutto il territorio nazionale sono appena 500, dunque di fronte alle aspettative di un boom all’atto pratico gli interventi eseguiti sono molto pochi rispetto a quelli attesi. Molti Comuni hanno delle liste di attesa per l’accesso agli atti, un passaggio propedeutico a qualsiasi intervento edilizio, la cui richiesta è quasi decuplicata. Ma le amministrazioni ad oggi non sarebbero state organizzate anche in condizioni normali».

Due mesi e mezzo per un appuntamento

Un esempio tangibile ed eclatante lo ha dato Enzo Tonzani, presidente del Collegio dei geometri di Perugia. «Ho chiesto ieri 8 aprile (giovedì, ndr) un appuntamento ad un’amministrazione comunale per chiarimenti su una pratica edilizia, mi è stato dato appuntamento al 22 giugno, tra 76 giorni. Come lo spiego al mio committente? Dobbiamo chiedere i ristori anche noi e arrivare al punto di scendere in piazza e manifestare?». Per Tonzani sul fronte del Superbonus «si corre il rischio di vanificare gli sforzi perché il legislatore ha sbagliato i tempi». «E poi – si è chiesto -, ci sono tutte le imprese per i lavori che si possono attivare? Abbiamo maestranze specializzate a sufficienza? Il momento è complicato dalla mancata digitalizzazione degli uffici delle pubbliche amministrazioni. Comprendiamo che bisogna ricorrere al lavoro agile, ma anche noi dobbiamo far vivere famiglie e studi, che cominciano ad essere in difficoltà». Per il presidente del Collegio dei geometri di Terni, Alberto Diomedi, «l’iniziativa del Superbonus sarebbe già stata complicato in una macchina perfetta, calata in questa situazione pandemica è assolutamente improbabile». «Ci sono anche imprese – ha concluso – che hanno dovuto sospendere lavori per motivi di contagio. Già a maggio avevamo sollevato il problema delle tempistiche, sapevamo che queste condizioni avrebbero reso vana un’iniziativa buonissima, ma in questo contesto storico inattuabile».

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