Parlare di escalation forse non è corretto, perché non c’era stato un ordine particolare nelle violenze messe in atto. La prima volta – era l’ottobre del 2018 in viale Battisti – lo avevano fatto cadere rompendogli una spalla. La seconda – il 9 novembre appena uscito dall’ospedale – lo avevano minacciato e insultato costringendolo a rintanarsi in una gioielleria e la terza – lo scorso febbraio 25 febbraio in corso Tacito – lo avevano bersagliato di insulti e sputi, colpendolo con un pugno e causandogli altre lesioni, meno gravi delle prime. Una vera e propria persecuzione quella messa ai danni un 73enne di Terni, seguita – a fine marzo – dall’applicazione del divieto di avvicinarsi alla vittima a seguito delle indagini della squadra Volante della questura. Misura scattata nei confronti di un ternano di 32 anni e della compagna di 25, entrambi già noti alle forze di polizia.
TERNI, L’ANZIANO: «SONO PERSEGUITATO»
Le accuse
I due, mercoledì mattina, sono stati rinviati a giudizio dal gup Simona Tordelli che ha accolto la richiesta formulata in tal senso dal pm Barbara Mazzullo. Ad entrambi vengono contestati i reati di atti persecutori, violenza privata, lesioni aggravate e – in ordine all’ultimo episodio di febbraio – sempre lesioni ma in capo al solo 32enne. Questo perché dopo le iniziali minacce da parte di tutti e due – con tanto di sputi -, era stato il giovane a sferrare un pugno alla testa del 73enne in corso Tacito, facendolo cadere a terra e procurandogli lesioni ad una gamba, giudicate poi guaribili in dieci giorni.
Vita maledetta
In pratica ogni volta che lo incontravano per strada, sin dall’episodio di ottobre in cui l’anziano – che stava passeggiando in viale Battisti ed era impegnato al telefono – si era rifiutato di consegnargli degli spiccioli nonostante le loro insistenti richieste, lo prendevano di mira, non solo a parole. Condotta che ha fatto precipitare la vittima – parte civile attraverso l’avvocato Gianluca Muzi – in uno stato di ansia e di profonda prostrazione, tanto che ogni volta mette il naso fuori di casa deve essere accompagnato da qualcuno per paura che i due gli mettano le mani addosso. Gli imputati sono difesi dall’avvocato Massimo Oreste Finotto, il giovane, e Mara Provantini, la ragazza, con prima udienza dibattimentale fissata per il prossimo 10 ottobre di fronte al tribunale di Terni.