Terni, appalto pulizie: «Dramma da tre anni»

Protesta di lavoratrici e lavoratori di fronte alla prefettura per la mancata conclusione dell’iter per l’affidamento triennale e la gara-ponte al massimo ribasso

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Si sono ritrovati sotto palazzo Bazzani perché avevano qualcosa da dire al prefetto Dario Sensi. Lavoratrici e lavoratori – con loro anche i sindacalisti della Filcams Cgil Terni, Fisascat Cisl e Uiltucs Umbria – alzano ancora la voce per lo scenario riguardante l’appalto per le pulizie degli immobili comunali.

PARLANO LA LAVORATRICE PATRIZIA MACCAGLIA E MATTEO LATTANZI (FILCAMS)

Il dramma

Le organizzazioni sindacali parlano di un «dramma che si sta consumando da tre anni per i 24 lavoratori dell’appalto per le pulizie degli immobili, avente a committenza il Comune di Terni. Si tratta di 24 fra lavoratrici e lavoratori (e le rispettive famiglie) letteralmente – si legge nella missiva destinata al prefetto – stritolati per effetto della logica di assegnazione degli appalti al massimo ribasso adottata dal Comune di Terni negli ultimi anni. Per i 24 lavoratori e lavoratrici in questione, abbiamo assistito e contrastato una serie di assegnazioni con gare di appalto delta durata iniziale di sei mesi, che hanno portato all’avvicendarsi di diverse aziende del settore, aventi in comune la partecipazione a gare di questo genere che hanno provocato la riduzione delle ore lavoro di circa il 60% e la conseguente riduzione lineare del livello retributivo, ponendo 24 famiglie sul lastrico. Gli ultimi 3 anni, per molti lavoratori e lavoratrici dell’appalto hanno significato la perdita delta casa ed il distacco delle utenze per morosità».

«SITUAZIONE CRITICA»

Le difficoltà

«Come se non bastasse, un’azienda che si è aggiudicata il suddetto appalto, non ha nemmeno corrisposto gli interi – aggiungono le organizzazioni sindacali – emolumenti dovuti, oltre al completo trattamento di fine rapporto. Ed anche su questo fronte, siamo impegnati per assistere legalmente i lavoratori e le lavoratrici nel recupero di tutti i crediti. Le lavoratrici ed i lavoratori che oggi protestano per l’ennesima gara di appalto, sempre al massimo ribasso, hanno sperimentato sulfa loro pelle la pesante riduzione degli importi in busta papa già descritti, oltre a condizioni tavorative proibitive, considerato che i carichi di lavoro sono del tutto incompatibili con le ore di lavoro assegnate. Soltanto in occasione dell’ultima gara, con enorme fatica, si e assistito ad un lieve aumento delle ore di lavoro che sono, comunque, del tutto insufficienti per dare dignita al lavoro che viene svolto e per conferire qualità al servizio svolto.
Nella consapevotezza che la dignità del lavoro sta anche nella correttezza dei carichi e nel fatto che con quella occupazione le persone dovrebbero almeno poter garantire la sussistenza ai propri figli, le scriventi organizzazioni insieme alle lavoratrici ed ai lavoratori dell’appalto si sono battute per ottenere l’apertura di una gara di durata almeno triennale e basata sul criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, come indicato nel Codice degli appalti e in tutte le linee guida Anac, trattandosi di appalto di servizio ad alta intensità di manodopera».

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La gara triennale e l’appello

Si arriva a fatti più recenti: «Tale gara é stata bandita effettivamente; il termine per la presentazione delle domande era fissato per il 30 maggio 2019, ma ad oggi dell’assegnazione non vi é traccia. Al contrario, il Comune di Terni ha prorogato più volte l’appalto alla ditta attualmente uscente e, nei giorni scorsi, abbiamo appreso la notizia che è stata contemporaneamente bandita una gara-ponte della durata iniziale di 45 giorni, sempre con il criterio del massimo ribasso. Tale decisione, ferma restando l’assegnazione della gara triennale di cui sopra, comportera due ulteriori passaggi di lavoratori da un’azienda all’altra nel volgere di poco tempo; a causa di ciò, i lavoratori rischiano di patire ulteriori aggravi sul piano fiscale. Le lavoratrici e i lavoratori dell’appalto, unitamente alle organizzazioni sindacali firmatarie del presente documento, chiedono che la competente commissione concluda i propri lavori e proceda all’assegnazione della gara triennale e chiedono con forza che la gara-ponte di 45 giorni non comporti ulteriori riduzioni di orario, rispetto al quantitativo di ore gia risibile accordato ai lavoratori».

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L’sos

Patrizia Maccaglia è una delle lavoratrici coinvolte: «Solo ribassi e controribassi, le famiglie sono sul lastrico e gli stipendi – spiega – sono bassissimi, 100-150 euro. Abbiamo fatto tante cose in questi tre anni e nulla è accaduto. Non è possibile vivere così».

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