Terni, cartelli per denunciare lo spaccio

Fra via Castello e via Tre Archi, sono comparsi in diversi punti del quartiere. Parla una residente

Condividi questo articolo su

di A.T.

«Non è bello. Parliamo di un centro storico che stiamo cercando di rivalutare e poi ci sono angoli come questo dimenticati da Dio». A parlare è Erica, abitante della piazza adiacente via tre Archi, a Terni, a due passi da via Castello. Negli ultimi due anni questo luogo è diventato un ritrovo di adolescenti che ne hanno fatto zona franca: «Mi sono trasferita due anni fa e abbiamo notato sin da subito il giro di giovani sotto casa. Una sera un ragazzo ha fatto la pipì davanti al portone di casa mia», continua Erica.

Degrado morale e materiale

Quello che accade in via Tre Archi non è cosa nuova a Terni, come in altre città d’Italia. Realtà che si espandono a macchia d’olio e che interessano la maggior parte dei centri urbani: intere zone controllate in determinate fasce orarie (solitamente tardo pomeriggio e sera) da gruppi di adolescenti e non solo che si incontrano e passano il loro tempo libero insieme. Tutto rientrerebbe nella normale vita sociale di un giovane se non fosse che ciò che fanno a volte è illegale e pericoloso, per gli altri e loro stessi: «Si possono trovare preservativi, siringhe, vetri di bottiglie spaccate e addirittura feci umane. Poco tempo fa un signore che ha un magazzino che affaccia su un vicolo cieco si è trovato di fronte una ragazza che stava defecando e alla domanda ‘cosa stai facendo?’, la ragazza l’ha minacciato di denuncia definendolo pedofilo», continua la residente.

Il problema droga

Nella mattina di martedì sono comparsi diversi cartelli sulle pareti del palazzo che dà sulla piazza con su scritto ‘vergogna! In questa piazza si spaccia droga’, affissi molto probabilmente dai condomini, per i quali la situazione è evidentemente diventata insostenibile. Diverse volte sono state ritrovate siringhe a terra e notati alcuni movimenti sospetti di persone che posavano e altre che cercavano qualcosa nella aiuole o tra i cespugli. Un appello rivolto in particolare alle forze dell’ordine, sollecitate più volte non solo a fare una ronda in zona ma a fermarsi e controllare la situazione: «Di notte quando torno a casa non passo mai da sola, ho paura», conclude Erica.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli