Terni, ‘Casagrande’ condannato a morte?

Il concorso pianistico internazionale, un’eccellenza che rischia di finire nel dimenticatoio. Forse perché porta pochi voti? – Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

C’era una volta il concorso Casagrande. Certo, non si trattava di portare allo stadio cinquemila tifosi, il pubblico era risicato, ma appassionato. E tecnicamente preparato. In sostanza: un’eccellenza di Terni che rischia di finire nel dimenticatoio. E’ la crisi bellezza? Beh, no. E’ anche questione di scelte.

Il “Casagrande” sarebbe uno dei più importanti concorsi pianistici del mondo, e per i vincitori uan specie di “patente” di grande concertista con quel che ne consegue. E’ accaduto, tanto per dire, a gente che si chiama Alexander Lonquich, Ivo Pogorelich, Herbert Schuch, Evgenich Bozhanov, Julian Zchao Jia. Per farsi capire dagli appassionati di calcio, sono i corrispettivi di Maradona, Pelè, Zico e chi più ne ha più ne metta.

Era un concorso di grande prestigio per il rigore, la serietà, la preparazione dei giurati. Era e sarebbe, perché la Fondazione Casagrande continua ad esistere, ad impegnarsi, ad arrabattarsi. In Comune, c’è un ufficio per il “Casagrande”. La Fondazione ha in cassa fondi per alcune migliaia di euro, sufficienti per restare in vita, insufficienti per organizzare un concorso di quel livello.

E’ che negli anni del fulgore dal 1987 al 2010 (ma la prima edizione è del 1966) c’era chi si preoccupava di contribuire a promuovere il buon nome della città, una sua eccellenza, ad evitare che di Terni le cronache nazionali si occupassero solo nel caso di disgrazie. Il sostegno arrivava dal Comune di Terni, poi dal Ministero dei Beni culturali, dalla Regione Umbria. Il Comune, in ristrettezze, ha ‘fagliato’ nel 2011, la Regione subito dopo, nel 2012, il Ministero le è corso appresso.

Nel 2014 si è svolta l’ultima edizione: Comune e e Regione misero mano al portafogli, insieme a Camera di Commercio e Fondazione Carit. Il Ministero niente. Le risorse furono utilizzate ricorrendo al bilancino dell’orefice, ma arrivarono a Terni ottanta pianisti da tutto il mondo col seguito di maestri, famigliari, mogli, mariti e fidanzati. Per una quindicina di giorni diversi albergatori hanno sorriso.

Nato annuale, il concorso che ricorda un grande musicista ternano è diventato biennale. Passare al “quadriennale” sarebbe deleterio. Se nei palazzi, Spada e Cesaroni ci fosse qualcuno potrebbe battere un colpo.

Ma quanti voti porta il “Casagrande”?

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