Terni, contaminazione alimentare: «Non possiamo pensare che non ci sia diossina»

Il dottor Danilo Serva venerdì in commissione comunale: «Città antropizzata e con grossa industria. Ma quantitativi gestibili». L’interessante passaggio

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di S.F.

Trovare alimenti con residuo di contaminanti pari a zero, missione più che difficile un po’ ovunque. Anche negli ambienti meno inquinati. Questa la premessa. Poi c’è Terni e su questo argomento, in occasione della maxi audizione di venerdì sul pozzo delle piscine dello stadio e del caos legato alla chiusura dell’impianto sportivo, c’è stato un breve ed interessante passaggio di Danilo Serva, direttore del dipartimento di prevenzione e del servizio di igiene degli alimenti di origine animale della Usl Umbria 2. Ne ha parlato senza creare allarmismi o rivelando chissà cosa, fatto sta che il tema è curioso anche perché si parla di contaminazione alimentare, monitoraggi e tutela dei cittadini.

L’AUDIZIONE SULLE PISCINE DELLO STADIO

Danilo Serva venerdì 13 maggio in II commissione

La diossina

A palazzo Spada gran parte della discussione si è sviluppata sui problemi delle piscine dello stadio, del nodo pozzo e dell’inquinamento diffuso delle acque profonde sul territorio. Serva ne ha approfittato per esporre come si muove la Usl per la prevenzione ed il monitoraggio («assicuro che i controlli sono effettuati senza preavviso», ha risposto ai consiglieri che chiedevano lumi in tal senso), tirando in ballo anche la questione legata alla sicurezza alimentare: «Diciamo che la contaminazione a Terni c’è perché è una città antropizzata e c’è la grossa industria». D’altronde smog e traffico veicolare influiscono: «Non possiamo pensare – la dichiarazione testuale di venerdì – che sugli alimenti non troviamo la diossina. C’è. Ma in quantitativi gestibili perché le analisi chimiche ci permettono di gestire le problematiche e fare le azioni correttive».

Terni

L’alimentazione ed i limiti di legge

Serva, da esperto qual è, ha poi aggiunto in merito ai quantitativi gestibili l’aspetto dell’alimentazione variegata: «Non mangiamo sempre pesce, carne o verdure. Un’alimentazione sana, variegata e stili di vita idonei favoriscono uno stato di benessere e salute del consumatore. Noi gestiamo le contaminazioni a garanzia della pubblica incolumità e c’è la prevenzione – umbriaOn lo ha contattato sabato per riaffrontare la questione – in quanto ci sono dosi massime accettabili negli alimenti. L’importante è rispettare i limiti di legge vigenti, che sono prudenziali a garanzia del consumatore: in occasione dei monitoraggi sanitari ed ambientali i valori sono sempre stati sotto tali limiti». Il concetto generale è che, in sostanza, è molto complicato trovare zero residui di sostanze chimiche sul cibo.

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