Terni, finale agrodolce: il preside Guerrini in pensione dopo 42 anni

Il dirigente della Don Milani ai saluti: «Covid, tre mesi scovolgenti. Ma quanta esperienza». Ai docenti: «L’abbraccio è solo rinviato»

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di Federica Liberotti

«Con 42 anni di servizio e 67 anni all’anagrafe, vado in pensione d’ufficio, oltre non potevo rimanere. Certo è che nei 27 anni da dirigente scolastico mai avrei immaginato di chiudere così la mia carriera. Mi aspettavo un finale diverso, avevo molte aspettative su come sarebbe stato e dunque un po’ di rammarico c’è. Ma tre mesi, pur sconvolgenti, non cancellano tutto il resto».

Finale ‘amaro’ ma anni intensi

Claudio Guerrini sarà il ‘preside’ della direzione didattica Don Milani di Terni fino al 1° settembre prossimo, ma martedì, con la fine dell’attività didattica, per lui è stato di fatto l’ultimo giorno di scuola della sua vita. Una data di passaggio, che segna la fine di capitolo lungo e importante, costretto a chiudersi, a causa del coronavirus, in maniera agrodolce, tra aule vuote, corridoi silenziosi e campanelle spente. Una data che però è anche l’occasione per tracciare un bilancio, non solo di questo ultimo periodo, pieno di soddisfazioni.

Claudio Guerrini

Una scuola diversa

Entrato nel mondo della scuola come insegnante elementare nel ’79, praticamente subito di ruolo, Guerrini ha fatto il ‘salto’ di carriera, diventando dirigente scolastico (allora si chiamava capo d’istituto), il 1° settembre 1993. Il primo anno lo ha passato in Liguria, il secondo ad Attigliano, poi dal 1995 è stato per 25 esatti alla guida ininterrotta della Don Milani, direzione didattica che nel tempo ha cambiato più volte conformazione e che attualmente comprende le scuole dell’infanzia di Campomicciolo, Città Giardino, Marmore, Valenza, Papigno e le scuole primarie Donatelli, Don Milani, Teofoli e Valenza. Un vasto territorio, dunque, per un totale di circa 600 alunni e un’ottantina di docenti.

La tecnologia cambia le cose. Non tutte

«Dal 1993 – spiega Guerrini – la scuola, in generale, è cambiata molto e anche la figura del dirigente si è evoluta. In 27 anni ne è passata tanta di acqua sotto i ponti, anche le responsabilità e gli impegni sono aumentati in maniera esponenziale, diventando più ravvicinati e impellenti. Al di là dei numeri, i problemi si trovano dappertutto. Quello che non è cambiato è il rapporto con gli alunni e le famiglie. Anche la vecchia lavagna in ardesia non è andata mai veramente in soffitta, magari ha convissuto con le lim, i tablet e i pc, ma l’introduzione dei mezzi tecnologici non ha portato alcuna rivoluzione». Mezzi tecnologici che però si sono rivelati fondamentali in questa fase di emergenza sanitaria. «Per forza di cose ci siamo dovuti adeguare alla didattica a distanza, all’inizio non è stato semplice, anche perché non tutto il corpo docente aveva confidenza e competenza con le tecnologiche. Ma dopo i primi momenti di stand-by siamo subito partiti con le videolezioni – all’inizio registrate – sulla piattaforma collegata al registro elettronico. Nessuno era pronto, ma ha funzionato, alla fine tre mesi vissuti in maniera così avventurosa hanno portato un bel bagaglio di esperienza».   

I compiti su Whatsapp, ma alcuni alunni ‘dispersi’

Le difficoltà, in un primo momento, non sono mancate non solo sul fronte dei docenti. «Molti alunni – prosegue il dirigente scolastico – non avevano i mezzi per seguire la didattica a distanza, così in almeno una ventina di casi è stato necessario concedere ad uso gratuito di pc o tablet. L’altro problema è stato quello della connessione: anche se sembra strano anche nel centro di Terni ci sono stati parecchi esempi di bambini che non si sono potuti collegare per mancanza di linea. Con la buona volontà molti problemi sono stati superati, chi ha voluto si è attrezzato, anche noi abbiamo dato una grossa mano per tamponare le situazioni, anche addirittura con l’aiuto di Whatsapp, dando la possibilità di fare i compiti e di restituirli via social. Alla fine gli assenti totali sono stati pochi, quelli alle discipline meno appetibili di più. Certo, la scuola non è riuscita ad arrivare a tutti. C’è qualche alunno, parlo di 4 o 5 casi, che dal 5 marzo è completamente scomparso dai nostri radar, da tre mesi non abbiamo più notizie. Casi in cui il disagio socio-economico era conosciuto già prima». Anche per questo, secondo Guerrini, la didattica a distanza «non può diventare la normalità nella vita scolastica». «È un mezzo asettico, invece la scuola è fatta di presenza, di rapporti, anche di scontri e conflitti, è fatta di comunità, e ha anche un aspetto educativo». 

Tutti ‘in gioco’

Nell’emergenza, come nella normalità, fondamentale rimane il ruolo dei docenti. «In questa fase il loro ruolo è stato sconvolto – prosegue Guerrini -, gli orari di servizio, per preparare le videolezioni, sono triplicati. Ma c’è stata una grande collaborazione da parte di tutti, hanno avuto capacità di adattamento e di reinventarsi. Le difficoltà ci sono state, ma grazie a professionalità e buona volontà ci sono stati anche grandi apprezzamenti per il lavoro svolto. Anche io mi sono messo in gioco, mi sono adattato al nuovo ruolo, ho acquisito nuove competenze e professionalità impensabili. Dunque accanto al rammarico per la mancanza di contatto diretto con docenti, alunni e personale della scuola, il bilancio è comunque positivo: la didattica a distanza ha tirato fuori il meglio di noi e ci ha dato tante soddisfazioni e riconoscimenti, che toccano personalmente e che altrimenti non avremmo avuto. Tre-quattro mesi passati in maniera avventurosa hanno portato un bel bagaglio di esperienza».

I saluti e la speranza

Chiusa l’attività didattica, prima della meritata pensione per Guerrini c’è da pensare intanto agli scrutini finali e all’organizzazione di un nuovo anno scolastico pieno di incognite, in attesa della nomina del nuovo dirigente, che presumibilmente non avverrà prima di diverse settimane. E magari, chissà, ci sarà il tempo e il modo anche per un saluto, questa volta dal vivo, con i colleghi. «Di solito – chiude Guerrini – in occasione dell’ultimo collegio dei docenti si organizza un momento conviviale, quest’anno salta anche quello per forza di cose. Ma magari più in là, qualche forma di saluto spero possa esserci». Intanto il suo ‘arrivederci’ a tutta la scuola, tra interrogativi e speranze, lo ha mandato con un messaggio pubblicato sul sito internet della Don Milani.

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