Terni, il commercio che ‘resiste’: Piccioni spegne 115 candeline

Da cappelleria a negozio di abbigliamento ‘english style’, è tra le attività storiche della città. I titolari Riccardo e Fabrizio: «Più forti della pandemia»

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di F.L.

In oltre un secolo ha superato due guerre mondiali, resistito alle mode che passano, fino a dimostrarsi più forte di una pandemia che, al contrario, sta mettendo in ginocchio molte altre attività del commercio: è una storia sempre più rara quella testimoniata dal negozio Piccioni, in corso Vecchio a Terni, che martedì ha tagliato il traguardo dei 115 anni di vita, confermandosi di diritto una delle attività commerciali più storiche della città. Fondata nel 1906 da Luigi Piccioni – quando allora la strada si chiamava ancora corso Vittorio Emanuele -, da cappelleria negli anni ha ampliato l’offerta nel settore dell’abbigliamento. Oggi al comando c’è la quarta generazione.

La storia

«Come abbiamo fatto a sopravvivere fino a qui? Rimanendo sempre aggiornati e sul pezzo, mai fermi, ma allo stesso fedeli al nostro credo, quello della passione sfrenata per il mondo anglosassone» spiega Riccardo Piccioni, che dal 2001 gestisce il negozio insieme al fratello Fabrizio. Quando il bisnonno fondò la cappelleria, nella piccola attività lavoravano in tre: lo stesso Luigi, sua moglie e un operaio. Si producevano cappelli in feltro e berretti in tessuto cuciti rigorosamente a mano, poi l’attività artigianale passò al figlio Bruno che, dopo esperienze lavorative a Londra e Roma, la trasformò in un negozio al dettaglio con tutte le marche di copricapi più prestigiose. Nei primi anni ’80 successe a Bruno il figlio Sergio, che oltre a vendere i cappelli aggiunse anche numerosi accessori per l’abbigliamento riservati alla clientela più esigente. Con l’arrivo di Fabrizio e Riccardo la proposta di cappelli e accessori è stata affiancata «dall’abbigliamento esclusivo inglese».

La ‘sfida’ del Covid

«Per noi tradizione e classicità – continua Piccioni – non vogliono dire ‘vecchio’. E c’è chi apprezza, infatti abbiamo un bacino di utenza che va oltre Terni e arriva a Roma, Rieti e alle province di Viterbo e Perugia. Il passaparola conta ancora tanto, ma oggi siamo attenti anche ai social network». Al contrario di quanto si potrebbe immaginare, il Covid non ha creato particolari preoccupazioni, dal punto di vista degli affari, alla famiglia Piccioni. «Dopo il lockdown eravamo pessimisti – spiega ancora il commerciante -, invece ci siamo dovuti ricredere. Non è andata affatto male e dal 18 maggio, giorno della riapertura, abbiamo ricevuto tanti attestati di stima. Paradossalmente un po’ di sofferenza l’abbiamo avvertita con l’arrivo della zona arancione, proprio perché molti clienti, vivendo fuori città, non possono raggiungerci. Ma, anche se non abbiamo un vero shop online, in molti ordinano telefonicamente e noi spediamo loro la merce». In un momento non semplice per il commercio cittadino, nel frattempo, ci si rimbocca le maniche per il bene di tutti. «Con gli altri commercianti di corso Vecchio abbiamo investito anche sulla piazzetta davanti al negozio – conclude Riccardo -, per renderla più accogliente con panchine e piante. Presto arriveranno le telecamere a circuito chiuso, un altro passo per rendere il centro sempre più vivibile». L’obiettivo, per la famiglia Piccioni, è rimanere in corso Vecchio ancora per molto, molto tempo.

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