Terni, l’Antoniano in attesa di nuova vita: «Un peccato per tutti» C’è chi si è fatto avanti

Nell’agosto 2021 il ‘taglio’ dal piano periferie comunale. Don Fabaro: «Ci sono vari progetti, ma c’è bisogno comunque di intervenire. Ora è svuotato»

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di S.F.

Commedie in dialetto ternano, film e anche recite per bambini e ragazzi con tanto di palco. È  ciò che per anni ha offerto l’ex cinema-teatro Antoniano di Terni, oramai in disuso da oltre un decennio e, al momento, senza prospettive di rilancio: nell’estate 2021 il ‘taglio’ dal piano periferie del Comune con ridistribuzione degli oltre 364 mila euro previsti per recupero e rifunzionalizzazione e da allora passi in avanti non ce ne sono stati. Anche se c’è chi, in questi mesi, si è mosso per le operazioni di manutenzione e pulizia.

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In attesa del rilancio. La messa in sicurezza

Un’operazione di rilancio, come facile intuire, costerebbe non poche decine di migliaia di euro. Chi ha ben presente la situazione è don Gianpaolo Fabaro, il parroco – 41enne originario di Bra, in provincia di Cuneo – di Sant’Antonio di Padova. Per ora l’aria non è delle migliori, seppur la speranza di riqualificare la strutturia sia ancora viva: «La proprietà – specifica in primis – è della Provincia serafiva dei frati minori, lo gestiamo noi francescani. Sì, c’era il piano periferie e per l’Antoniano è stato accantonato». Loro non sono rimasti con le mani ferme: «Innanzitutto abbiamo fatto un lavoro di pulizia ed è stato svuotato». Non è finita qui: «Messo in preventivo un intervento sulla facciata esterna lungo via Sant’Antonio per la messa in sicurezza».

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C’è chi si è fatto avanti. Ma solo verbalmente

In realtà c’è chi ha manifestato interesse per rilanciarlo: «Un’associazione, ma è tutto in standby e di concreto al momento non c’è nulla. Anche perché – sottolinea don Gianpaolo – il riutilizzo comporta un’operazione non indifferente a livello di ristrutturazione». Ma cosa è rimasto ora? «Ora è vuoto, non c’è più nulla. Le sedie erano andate in malora. C’è stata la bonifica, ma nulla di strutturale». C’è una certezza: «Ci sono vari progetti, ma c’è bisogno comunque di intervenire per l’impiantistica. Non sono a norma e ad oggi non è utilizzabile». D’altronde si parla di centinaia di metri quadrati. Don Gianpaolo è speranzoso: «Questo è stato un punto di riferimento per la città, la gente ci è molto affezionata. È un peccato per tutti, non solo a livello religioso ma anche civile». L’ex cinema Elettra ha trovato una nuova dimensione per la ristorazione, per l’Antoniano c’è da attendere.

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