Terni, le note di Mozart risuonano a Collescipoli

Appuntamento serale con ‘Hermans Festival’, sabato 11 giugno alle 21, nella Collegiata di Santa Maria Maggiore

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Appuntamento serale con l’Hermans Festival a Collescipoli di Terni. Sabato 11 giugno alle 21, nella Collegiata di Santa Maria Maggiore, il Coro Canticum Novum e la OTC Orchestra eseguiranno musiche sacre di Mozart. Sono in programma le ‘Litaniae Lauretanae KV 109’ del 1771 per soli, coro, due violini, tre tromboni e b.c., la ‘Sonata da chiesa KV 224’ del 1776 e infine i ‘Vesperae solemnes de confessore KV 339’ del 1780 per soli, coro, due violini, fagotto, due trombe, tre tromboni, timpani e b.c. A esibirsi Lucia Casagrande Raffi (soprano), Lucia Napoli (mezzosoprano), Baltazar Zuniga (tenore), Mauro Borgioni (basso). Direttore Fabio Ciofini.

Produzione sacra Il decennio 1770-80 è quello che vede nascere la quasi totalità della produzione sacra di Mozart, rivolta al servizio liturgico della corte salisburghese: ben tredici messe oltre a quattro litanie, due vespri e altri lavori minori. Un gruppo di opere che, pur nella diversità delle singole partiture, appare nel complesso estremamente omogeneo, segnato cioè da caratteristiche costanti, e non senza motivo. La musica sacra, infatti, fra tutti i generi musicali era quello più rigidamente condizionato da una serie di regole e convenzioni non scritte, ma imposte dai valori ‘eterni’ della religione e dunque sostanzialmente ‘conservatrici’. Ecco quindi che la libera fantasia dell’autore era tenuta a confrontarsi, nel genere sacro più che in altri, da fattori eterogenei e talvolta conflittuali fra loro: il gusto corrente dell’epoca, la tradizione locale, le precise indicazioni dell’arcivescovo in carica.

Tradizione corale A Salisburgo però, la scuola sacra della città austriaca si differenziava per il permanere di una forte tradizione corale e contrappuntistica e per il ruolo non secondario dell’elemento sinfonico, a cui va aggiunta la precisa impronta personale dell’arcivescovo Hieronymus von Colloredo. Eletto nel 1772, Colloredo contrastò, con le sue idee illuministiche e la sua predilezione per i modelli italiani, la prolissità barocca dello stile salisburghese, pronunciandosi a favore di una estrema stringatezza formale del brano religioso, suddiviso solo nelle grandi sezioni dell’ordinarium missae (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei), evitando ulteriori frazionamenti interni. Pur prendendo forma nell’ambito della tradizione della musica da chiesa concertata di tipo post-barocco, diffusa nell’Europa cattolica centro-meridionale, la nuova musica sacra mozartiana reca un’impronta indipendente e personale, un’aspirazione tanto soggettiva da sradicarla definitivamente dai tranquilli filari della produzione chiesastica di consumo, tipica degli Haydn, degli Eberlin, dei Salieri e dello stesso Mozart degli anni salisburghesi.

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