Terni, maltrattamenti: insegnante a processo

Vittime tre piccoli alunni. L’uomo – 63enne, maestro di una scuola elementare della Teverina – è stato rinviato a giudizio dal gup Federico Bona Galvagno

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È stato rinviato a giudizio al prossimo 26 marzo, di fronte al giudice monocratico di Terni, il maestro elementare 63enne – insegnante di scienze, musica e motoria – accusato di maltrattamenti e abuso dei mezzi di correzione nei confronti di tre alunni di una scuola del comprensorio della Teverina, in provincia di Terni.

A giudizio La decisione è stata assunta mercoledì pomeriggio dal gup Federico Bona Galvagno al termine dell’udienza in cui si è anche concluso l’incidente probatorio rappresentato dalle deposizioni dei piccoli alunni, vittime dei presunti maltrattamenti. Due di loro erano stati sentiti, con la consulenza della psicologa Elisabetta Proietti Lilla, nella precedente udienza del 4 luglio. Un terzo bambino ha riferito mercoledì, in tribunale, circa le condotte dell’insegnante, confermando sostanzialmente quanto già denunciato all’autorità giudiziaria dai suoi genitori.

L’udienza In quest’ultimo caso, il pubblico ministero Marco Stramaglia ha modificato – attenuandolo – il capo di imputazione contestato al maestro, da ‘maltrattamenti’ ad ‘abuso dei mezzi di correzione’. Inalterate invece le accuse di maltrattamenti per ciò che attiene i due bimbi già sentiti in precedenza, nel corso dell’incidente probatorio. L’insegnante, trasferito nel frattempo ad altra sede, è difeso dagli avvocati Emilio Festa ed Enrico Sborra. I familiari dei piccoli alunni si sono invece costituiti parte civile attraverso gli avvocati Mara Provantini, che segue due posizioni, e l’avvocato Marco Sconocchia.

Le accuse Secondo l’accusa i maltrattamenti messi in atto dal 63enne sarebbero stati sia verbali – sotto forma di insulti irriferibili – che fisici, con schiaffi, spintoni e strattoni. Condotte che, secondo la procura di Terni, avrebbero rappresentato «ripetute umiliazioni per gli alunni, tali da causare crisi di pianto, rendendo insostenibile la presenza in classe. Comportamenti che costringevano i bambini anche ad assentarsi dalle lezioni».

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