Terni, offese di genere alle vigilesse: sentenza più vicina

Cinque imputati e undici parti civili nel processo scaturito da alcuni commenti via social. L’accusa per tutti è diffamazione aggravata

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Dalla multa indigesta alle offese di genere via Facebook – era l’agosto del 2017 – il passo era stato breve. Prima nel mirino del destinatario della sanzione, elevata da una agente della polizia Locale di Terni, c’era finita la vigilessa in questione. Poi la cosa si era estesa anche ad altri utenti, con frasi non certo simpatiche nei confronti delle donne del Corpo dei vigili urbani, più in generale. Una gazzarra ‘social’ che non era stata lasciata cadere lì, a differenza di tante altre. Visto che ben undici vigilesse, sentitesi offese da quei commenti beceri, avevano sporto denuncia, chiedendo di costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento penale. Le successive indagini del pm Barbara Mazzullo hanno dapprima individuato e poi fatto finire a processo cinque persone – tutti uomini residenti fra Terni, Arrone, Rieti e Civita Castellana – per il reato di ‘diffamazione aggravata’. L’ultima udienza di fronte al tribunale di Terni (giudice Chiara Mastracchio) si è tenuta giovedì e sono stati sentiti quasi tutti i testi dell’accusa. In aula ci si tornerà il prossimo novembre per ascoltare i testimoni citati dalle difese. Le undici agenti della polizia Locale sono parti civili attraverso gli avvocati Loris Mattrella, Federica Sabbatucci e Manuela Landi dello studio Mattrella.

Terni, vigilesse offese sui social: 5 a giudizio

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