di S.F.
«Recenti avvenimenti di cronaca e di usi impropri da parte di estranei con gravi rischi per i residenti, nonché per esigenze di utilità generale». C’è questa motivazione dietro una inusuale procedura tecnica che, a distanza di decenni dalla realizzazione da un intervento edilizio, consentirà al Comune di incassare 104.500 euro da una società privata. L’oggetto della questione è l’edificio tra via Battisti/via Pacinotti ed i parcheggi ad uso pubblico interrati. Ora si monetizza.
GENNAIO 2024, PROBLEMA AL PARCHEGGIO INTERRATO DI VIA PACINOTTI

Passo indietro per capire cosa è successo. Il piano di recupero dell’area risale al settembre 1996 – coinvolta la ditta immobiliare viale Trieste/Costanzi Pierluigi – e prevedeva lo sviluppo di un edificio da 7.000 metri cubi, dei quali 5.500 mc a destinazione residenziale. Nel 1997 il convenzionamento con il Comune: «La ditta si impegnata alla realizzazione delle opere di urbanizzazione costituite da 437,10 mq di parcheggi a uso pubblico nel piano interrato e di 789,60 mq di spazi a uso pubblico al piano terra, oltre a tutti le necessarie infrastrutture a rete».

Il piano è stato realizzato, parcheggi compresi. Con un ma: «Il complesso delle stesse opere non sono state oggetto di positivo ‘collaudo’ da parte degli uffici comunali, in particolare relativamente al parcheggio di uso pubblico al piano interrato». In sostanza non è stato pressoché utilizzato nel corso degli anni. Si arriva al 2024 e, anche appoggiandosi a nuove normative, si è attivata la viale Trieste srl. Vale a dire la proprietaria del piano interrato destinato a parcheggio di uso pubblico.
Lo scorso 15 ottobre la ditta ha infatti chiesto la monetizzazione dei parcheggi – si accede da via Pacinotti – a uso pubblico «per motivi di sicurezza, tenuto conto di recenti avvenimenti di cronaca». Al momento è libero da tramezzature: «I posti auto e i corselli risultano dimensionati secondo le normative vigenti al momento dell’attuazione del piano e alla data odierna non più corrispondenti alle dimensioni e caratteristiche stabilite dalle attuali norme». E dunque ecco l’esito: prezzo unitario da 5.500 euro per complessivi 19 posti auto che vengono corrisposti a palazzo Spada per la ‘retrocessione’ dell’opera.

A firmare l’atto sono il dirigente all’urbanistica Claudio Bedini per la parte tecnica e l’assessore Marco Iapadre per quella politica: «Con la monetizzazione – specificano – si potrà risolvere un’annosa questione che riguarda sia la sicurezza del condominio e delle attività ivi presenti, sia il migliore utilizzo dello spazio ubicato al piano interrato che permetterà anche la possibilità di realizzare nuovi parcheggi per veicoli altrimenti in sosta lungo le vie adiacenti che verrebbero in tal senso in parte liberate. Realizzando altresì un introito economico per l’ente. Il piano interrato suddetto non risulta di fatto utilizzato in alcun modo e la modesta riduzione dei posti auto pubblici previsti, è ampiamente compensata dai posti auto in superficie pubblici regolamentati a tempo».
La vicenda si conclude quindi con la soppressione del vincolo ad uso pubblico per la superficie del piano interrato e la completa privatizzazione. Che, come detto, vale un esborso a favore del Comune per oltre 100 mila euro. In ballo c’era una polizza fidejussoria firmata nel 1997 per poco più di 102 mila euro. Il responsabile del procedimento è il funzionario con elevata qualificazione Antonino Cuzzucoli.