Petrucci ha raggiunto l’obiettivo: finita la Dakar. «Non ho più un arto sano, ma bello»

Si è chiusa la corsa in Arabia Saudita: trionfo di Sunderland. Memorabile vittoria e tante gioia per il pilota di Terni, ma anche problemi: «Abbiamo raccontato una storia»

Condividi questo articolo su

Danilo Petrucci ora sa cosa vuol dire correre il Rally Dakar. Nel bene e nel male. E lo ha fatto raggiungendo lo scopo principale della sua prima partecipazione in Arabia Saudita: concludere la gara divertendosi, seppur con diverse ferite. Ma soprattutto conquistando una storica vittoria di tappa, la numero uno da parte di un centauro proveniente dal mondo della MotoGp: il 31enne ternano ha terminato al 31° posto l’ultimo ‘tour’ odierno nel paese asiatico. Due settimane con tante soddisfazioni per il pilota umbro nonostante le numerose difficoltà incontrate nel lungo percorso. Di certo, come più di qualcuno ha suggerito, nei prossimi anni potrà dire la sua anche per posizioni di vertice.

LE DISAVVENTURE DI PETRUCCI IN AVVIO DI DAKAR
SUBITO IL MIGLIORE DEGLI ITALIANI

Petrucci storico alla Dakar: super trionfo. «Volevo lasciare il segno, l’ho fatto»

IL BRIVIDO COVID PRE PARTENZA

Trionfo e disavventure

Il ternano come detto sarà ricordato come il primo pilota ex MotoGp ad aver vinto una tappa della Dakar: è accaduto il 6 gennaio a Riyadh, un evento tanto bello quanto inatteso che è stato celebrato da molti suoi colleghi. Ma la sfida in terra asiatica ha regalato a Petrucci anche altro: la conoscenza di un mondo a lui sconosciuto, l’emozione degli incontri con i bimbi dei villaggi e anche una serie di disavventure. La più particolare – a raccontarla in modo simpatico lo stesso Petrux – il tête-à-tête scomodo con un cammello proprio nel giorno della vittoria, colpevole di una delle diverse cadute che hanno caratterizzato il cammino del ternano. La peggiore quella di giovedì: il 31enne (90° in graduatoria generale, ma pesano le oltre 12 ore di penalità accumulate) pensava di essersi rotto la clavicola in un primo momento e nonostante il dolore ha portato a termine la sfida. A trionfare è stato il britannico Sam Sunderland in 38 ore, 47 minuti e 30 secondi; sul podio anche il cileno Pablo Quintanilla e l’austriaco Matthias Walkner.

Petrucci e la Dakar: il ternano regala sorrisi ai bimbi sauditi

Il commento del ternano. Ora MotoAmerica

Nell’ultimo giorno il ternano si è infortunato al polso per via della rottura della sospensione. Non è mancato nulla: «Spero sia solo la botta perché è lo stesso di Jerez 2014, mi ero sfasciato per bene. In questa Dakar – il commento a caldo concesso in video a Gazzetta Motori – me le son fatte tutte, non ho più un arto sano: caviglia destra, ginocchio sinistro, gomito e anche la spalla, la moto si è rotta quasi ogni giorno. L’ho finita, oggi però non riesco ad essere contento. Non capisco che cosa sia successo. Anche oggi i cammelli mi hanno attraversato, andavo piano. Da domani torno a sorridere, è stato bello che tante persone si sono emozionate. Abbiamo raccontato una storia. La settimana prossima dico se la rifaccio». Ora ad attenderlo c’è la MotoAmerica Superbike con la Ducati: il debutto è atteso tra il 10 e il 12 marzo al Daytona International Speedway, in Florida.

IL VIDEO DI GAZZETTA MOTORI

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli