di S.F.
«Cominciamo con una disgrazia». È iniziata con questa ‘battuta’ del vicesindaco Benedetta Salvati la III commissione odierna a Terni sui 41.175 euro da regolarizzare per i lavori di somma urgenza post tromba d’aria del 27 luglio in piazza dell’Olmo ed il danneggiamento della tensostruttura: c’è l’indicazione precisa di realizzare una nuova copertura sulla parte rimasta scoperta. Questo il punto di partenza. Da vedere in che modo e quando. Il dibattito è tutto qui e giovedì pomeriggio gli spunti interessanti non sono mancati a palazzo Spada.
LA TROMBA D’ARIA IN PIAZZA DELL’OLMO COSTA 41.175 EURO
Subito mirino sulla manutenzione
Dei lavori di somma urgenza in realtà non si è parlato granché. Facile intuire il motivo: la discussione si è concentrata quasi del tutto su manutenzione – pressing in particolar modo di Valentina Pococacio del M5S e Michele Rossi di Terni Civica, richiesta la specifica perizia – e futuro della piazza, specie considerando la rimozione già avvenuta di una delle vele. In avvio la Salvati era da sola per via del ritardo del funzionario tecnico Nannurelli, bloccato dal maltempo che ha creato qualche problema in città. In mano il documento sulla valutazione delle condizioni vegetative, fotosanitarie e biomeccaniche – la firma è dei dottori forestali Mauro Frattegiani e Cristiano Massarelli – dei due olmi monumentali. E via di spiegazioni: «La perizia dice che le manutenzioni dal 2018 al 2021 sono state fatte e ciò ha consentito di evitare che accadesse qualcosa di peggiore». La parte più interessante è la successiva.
VERSO UNA ‘NUOVA’ GESTIONE DELLA PIAZZA: «MANUTENZIONE ORDINARIA CARENTE»
Manutenzione straordinaria e ancoraggio
Nell’atto sono riepilogati gli interventi consigliati per far sì che la situazione resti sotto controllo. Gli input per il Comune sono diversi: «L’agronomo – ha proseguito la Salvati – ci dice che sono ancora in buono stato, dunque si esclude l’ipotesi abbattimento delle alberature attraverso una manutenzione straordinaria che sarà fatta tra settembre ed ottobre. Inoltre c’è la richiesta di ancoraggio dei rami tra loro per escludere pericoli di cedimenti sulla piazza. L’attività ci sarà da ottobre in questo caso». Focus anche sul suolo, se ne parlerà da marzo 2023. E la copertura?
A FINE LUGLIO L’EVENTO CHE CAMBIA LA PIAZZA
I rami pericolanti ed il futuro della piazza
Nel documento si fa cenno al rischio di caduta rami di piccole e medie dimensioni pur senza eventi eccezionali: «Necessario la copertura di protezione», le parole della Salvati sulla parte di piazza rimasta scoperta. Al momento per la struttura rimasta in piedi non c’è ancora la perizia di stabilità, ci vorranno ancora dieci-quindici giorni. Che si fa dunque? «Ora c’è bisogno di ripristinare le condizioni per la fruibilità dell’area, specie per gli operatori commerciali che hanno i loro spazi ridotti per i tavolini. Ci sarà condivisione con loro sul futuro della piazza. Si parte dal presupposto che la copertura serve: può essere quella che c’era prima o una nuova attraverso un progetto. Prevederebbe un impegno economico del Comune sostanziale». Non è esclusa alcuna opzione in sostanza per l’arredo urbano.
IL DEVASTANTE 27 LUGLIO 2022 A TERNI
«Che copertura si fa?»
Inizia il pressing bipartisan dei consiglieri. Il primo è Michele Rossi (Senso Civico): «La notizia è che dobbiamo mettere la copertura, ci viene suggerito. Di che tipo? Diversa da quella rimasta? Avere due cose diverse è brutto, che margine di manovra politica abbiamo per rimuovere la tela esistente?». Poi la Pococacio: «Non me la sento di esprimere un giudizio estetico sulla piazza, ricordo che il rendering e la realizzazione che è stata diversa. La sollecito a dare un giudizio politico, che intenzioni avete? Volete il rifacimento totale oppure il mantenimento di quella attuale? Sono stati spesi soldi per realizzarla», ha voluto puntualizzare. A questo punto è intervenuto il capogruppo Lega Federico Brizi per far presente che «i fondi erano quasi tutti privati». Anche Tiziana De Angelis ha tentato di far esporre in maniera più esplicita – comunque vada c’è un pezzo di città che sarà scontenta, inutile girarci intorno, e dunque la vicenda viene gestita con ‘delicatezza’ – il vicesindaco: «Sull’estetica si può discutere. Volete buttare via tutto?». Palla alla Salvati: «Vero, la struttura fu realizzata con fondi privati ma è comunque un’opera pubblica. E ora ne rimane la metà. La demolizione ci è costata 8.500 euro e vogliamo anche capire di che tipo di importo si parla per l’eventuale ricostruzione. Serve fare i conti. Se c’è un’alternativa accettabile vediamo se si può percorrere». Vale a dire la riqualificazione totale con possibile sistemazione diversa degli spazi pubblici: «Non mi sento di escluderla». Nel frattempo arriva Nannurelli – della gestione della piazza scriviamo a sé – ed ecco altri argomenti tirati in ballo, come ad esempio l’Afor: «La Regione ha stipulato con l’Agenzia un protocollo per il monitoraggio degli alberi monumentali, sarà messo in atto nei prossimi mesi». Partita più che aperta. Fatto sta che una decisione va presa a stretto giro.