Terni, San Valentino raccontato in un’opera di Stefano de Majo

L’appuntamento, organizzato dall’associazione ‘Claudio Conti’, è per domenica 14 febbraio, alle 10, nella Basilica

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Malgrado i divieti causati dal Covid, che non permetteranno i consueti ‘Eventi Valentiniani’, l’associazione ‘Claudio Conti’ ha deciso di celebrare il Patrono di Terni offrendo alla cittadinanza una breve ma significativa performance dell’attore Stefano de Majo. L’appuntamento è per domenica 14 febbraio, alle 10, nella Basilica di San Valentino, di fronte alle spoglie del Santo, dove l’attore ternano racconterà con un monologo le vicende di San Valentino. L’evento andrà in diretta streaming e sulla pagina Facebook di Stefano de Majo oltre che su quella della Basilica.

Il legame con la città

Il monologo ‘San Valentino e il segreto della rosa’ scritto e interpretato da Stefano de Majo, attinge alla tradizione e alla poesia e trae liberamente spunto anche dal romanzo di Arnaldo Casali su San Valentino. Con questo spettacolo l’associazione Claudio Conti, impegnata da anni in opere di solidarietà sia sul territorio che in Africa, rinsalda la collaborazione artistica e teatrale con l’attore ternano. Come già avvenuto in occasione delle ‘Fiabe natalizie alla finestra’ organizzate dalla questura di Terni e dai vigili del fuoco, quando l’associazione guidata da Tomassina Ponziani ha donato libri e giochi alle case famiglia ternane. Il simbolico dono della rosa di Valentino, sotto forma di narrazione teatrale, rinsalderà il legame con la città nel comune senso di unione, perché come ci ricorda da quasi duemila anni il santo ternano ‘…l’amore non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare entrambi nella stessa direzione’. «L’inserimento di questo mio piccolo monologo in diretta dalla Basilica di San Valentino, collocato tra due funzioni religiose, a precedere quella officiata dal vescovo di fronte alle autorità, è un gesto d’amore non solo verso il Santo Patrono di Terni, ma nei confronti dell’intera cittadinanza. Che da un anno è privata del calore vivo e della funzione sociale del teatro – dice Stefano de Majo – che è un atto di generosità e dunque d’amore, perché unisce e non divide».

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