Quattro arresti in flagrante per detenzione di droga a fini di spaccio. Un venerdì pomeriggio decisamente ‘movimentato’ per la polizia di Stato a Terni, per il personale della sezione antidroga della squadra Mobile e per la squadra Volante che ha operato a supporto.
Ma forse è stato ancor più movimentato per i quattro cittadini stranieri – tre tunisini di 21, 22 e 40 anni ed un egiziano di 20 – finiti in manette, oltre ad un quinto soggetto denunciato in stato di libertà sempre per possesso di stupefacenti.
Alla fine sono stati circa quattro gli etti di hashish sequestrati dagli investigatori della Mobile, oltre a varie dosi della stessa droga e di cocaina.
Tutto è partito da un servizio in via Piemonte durante il quale la polizia di Stato ha notato giungere un’autovettura Volkswagen con a bordo tre persone.
Il mezzo si è fermato, il conducente è sceso ed ha incontrato un altro soggetto uscito da un palazzo, con il quale ha scambiato dei soldi. Poi è arrivato un altro giovane in bici che ha portato tre panetti di hashish – questo è emerso dopo le perquisizioni – e li ha gettati nell’auto per non dare nell’occhio.
Immediato l’alt per tutti da parte della polizia ma la situazione, fra inseguimenti a piedi, resistenza, lesioni, non è stata delle più semplici da gestire. Tanto che due poliziotti sono stati aggrediti dal 21enne tunisino e un altro agente – 5 giorni di prognosi – dal 20enne egiziano.
Così ai reati contestati, per i due giovani in questione si sono aggiunte anche le contestazioni di resistenza e, nel secondo caso, lesioni a pubblico ufficiale.
Le perquisizioni hanno riguardato i quattro fermati, l’autovettura, due abitazioni in via Piemonte e in via Turati. Addosso ad uno degli arrestati, sono stati trovati altri 80 grammi di hashish.
Nell’udienza di sabato pomeriggio di fronte al tribunale di Terni – giudice Biancamaria Bertan -, i quattro arresti sono stati tutti convalidati.
Nei confronti del 21enne tunisino, destinatario anche di un’ordinanza di custodia cautelare per lesioni personali aggravate, è stato disposto il carcere; arresti domiciliari, invece, per gli altri tre. A difendere gli indagati ci sono gli avvocati Mara Provantini, Francesco Mattiangeli, Flavio Aristei e Francesco Montalbano Caracci.