Terni, turismo sempre più ‘mordi e fuggi’

Nel 2018 arrivi in aumento ma le presenze negli alberghi diminuiscono di quasi il 10%. La conca piace a tedeschi e cinesi

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L’appeal cresce, anche in controtendenza con altri territori vicini, però le presenze continuano ad essere sempre più da ‘toccata e fuga’: è ancora in chiaroscuro la situazione del turismo, a Terni, dove il 2018 si è chiuso in maniera sostanzialmente positiva in termini di domanda, decisamente meno in quelli di permanenza dei visitatori.

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I numeri

Stando ai dati diffusi dal Comune, infatti, nei primi dieci mesi dell’anno appena concluso nel comprensorio ternano si è registrato un +4,4% per quanto riguarda gli arrivi (cioè il numero di clienti ospitati negli esercizi ricettivi), ma allo stesso tempo un -9,9% in termini di presenze (il numero delle notti trascorse nelle stesse strutture). In totale, gli arrivi sono stati oltre 85 mila, mentre le presenze circa 184 mila: significa che dunque in media i turisti si sono fermati nelle aziende ricettive ternane – 101 quelle attive, con una potenzialità di 2.898 posti letto – per circa 2,1 giorni.

Le provenienze

Circa tre quarti di coloro che decidono di trascorrere una (mini)vacanza nel ternano sono italiani, una fetta del 25% è invece rappresentata da stranieri. Tra questi ultimi a farla da padrone sono i tedeschi (3.250 arrivi e 8.579 presenze), ma l’interesse verso la conca ternana cresce anche dalla lontana Asia, visto che al secondo posto si piazzano i cinesi con 1.430 arrivi e 2.047 presenze. Poco distanti i francesi, con 1.410 arrivi e 4.440 presenze. Quanto ai bacini di provenienza per arrivi sul fronte del mercato italiano, il maggiore è rappresentato dal Lazio (22.314 arrivi), seguito dalla Lombardia (14.007) e poi da Toscana, Campania ed Emilia Romagna.

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