Terni, università e sviluppo delle imprese

Un convegno organizzato dalla fondazione Carit che ha visto la presenza dello studioso di fama internazionale Henry Etzkowitz

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di Francesca Torricelli

‘L’università imprenditoriale come motore dello sviluppo territoriale’. È stato questo il tema del convegno organizzato mercoledì dalla fondazione Carit, al quale hanno partecipato il sindaco di Terni, Leopoldo di Girolamo, esponenti del mondo imprenditoriale e universitario, tra cui il rettore dell’università degli studi di Perugia, Franco Moriconi, e che ha accolto come ospite d’eccezione il professor Henry Etzkowitz.

Il professore «Henry Etzkowitz è uno studioso di fama internazionale del tema dell’innovazione – ha introdotto al convegno il presidente della fondazione Carit, Mario Fornaci – ed è l’ideatore di modelli di università imprenditoriale e tripla elica». La sua tesi sostiene che «il potenziale per l’innovazione e lo sviluppo economico, in una società basata sulla conoscenza, risiede in un ruolo più prominente dell’università, accompagnato da una più forte relazione e collaborazione tra università, industria e Governo, per generare nuovi modelli sociali ed istituzionali di produzione, trasferimento e applicazione della conoscenza».

Il presidente Mario Fornaci e il professor Henry Etzkowitz

Il presidente Mario Fornaci e il professor Henry Etzkowitz

Università e mondo imprenditoriale Per il rettore Moriconi «incontri come questo sono di estrema importanza ed è proprio questa la politica da perseguire per sviluppare le innovazioni dall’università al mondo imprenditoriale. Il mio ringraziamento va alla fondazione Carit per la costante attenzione che rivolge al mondo universitario, un sostegno fondamentale per l’università e per l’intera città di Terni». Secondo Di Girolamo, invece, «lo sviluppo trova i suoi sistemi fondamentali in una classe imprenditoriale che ha il coraggio di rischiare e nell’università che mette in campo gli studi innovativi».

 

HENRY ETZKOWITZ E LE «LE RICETTE PER IL SUCCESSO»: GUARDA L’INTERVISTA

Tripla elica Il professor Etzkowitz, con i colleghi del gruppo ‘Tripla elica di ricerca’ dell’università di Newcastle business school, ha sviluppato diversi concetti innovativi per i collegamenti tra università, industria e governo. «Nella tripla elica si delinea – ha spiegato il professore – una formazione del tutto originale, modello operativo o normativo sempre più presente nelle società moderne e che sembra costituire oggi una costante dei processi di innovazione. Essa esemplifica la parziale sovrapposizione fra i campi di intervento e di interesse di università, industria e Stato, in un confondersi delle frontiere che li dividono accompagnato da sempre maggiori interazioni fra le stesse».

LE SLIDE ILLUSTRATE DAL PROFESSOR ETZKOWITZ

Università, industria e Stato Da un lato l’università «si fa promotrice di imprenditorialità nell’insegnamento delle abilità manageriali e nell’impegno diretto sul mercato; dall’altro la grande industria promuove la formazione continua dei suoi dipendenti e sviluppa ricerche originali nei centri di ricerca interni. Le autorità pubbliche lanciano, quindi, azioni di ‘public venture capital’, per andare a riequilibrare imperfezioni di mercato», ha aggiunto Henry Etzkowitz. «Queste ultime, in particolare, si riscontrano nel salto che intercorre fra la produzione della ricerca di base e la sua commercializzazione una volta questa applicata in prodotti innovativi». Le strette interazioni fra università, industria e Stato sono, quindi, «sempre più precondizione per la costruzione di un ambiente imprenditoriale efficiente e stimolante».

Terni e l’Umbria Per quanto riguarda la realtà ternana e umbra, «il consiglio che posso dare – ha detto il professore – è che tutti i protagonisti dovrebbero unirsi per far sì che le migliori tecnologie disponibili possano essere messe a frutto per un miglioramento dell’università, dell’industria locale e dell’intera regione». Dagli incontri dei vari enti «sarebbe opportuno sviluppare quelle che sono le potenzialità delle realtà affermate, ma anche quelle ancora in fase di crescita per portare a nuova vita a tutte quelle che sono le aree potenzialmente di crescita».

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