di S.F.
Il contestato emendamento Puletti per il transito di veicoli a motore in sentieri, mulattiere e pascoli torna a palazzo Spada. Motivo? Il confronto sull’atto presentato il 1° luglio scorso da AP in merito ad uno ‘studio sulla fruizione e la sicurezza della rete dei sentieri del Comune di Terni alla luce delle nuove disposizioni introdotte’: non è mancata la tensione anche in questo caso dopo il primo appuntamento estivo. Per ora il compromesso tra i soggetti interessati non sembra vicino. Vedremo.
L’obiettivo? «Trovare una sintesi tra coloro che hanno esigenze di tipo sportivo e la tutela ambientale», le parole in apertura di Maria Elena Gambini (AP). Sì, perché la novità introdotta con l’emendamento Puletti consente in ogni caso ai Comuni di un avere un minimo di discrezionalità sull’attuazione rispetto alla totale apertura dei sentieri ai motocicli. Facile a dirlo, più complesso riuscirci. «La legge è regionale, voluta dalla Lega e non ci sono normative comunali che possono alterarla. Per noi va abrogata. E ricordo che AP ora è entrato nel centrodestra», il cenno politico da parte di Maria Grazia Proietti (PD). Poi spazio ai principali protagonisti, a partire da Gianluca Sani (pubblico ufficiale Guardia nazionale ambientale): «Ok la legge, ma la montagna è di tutti e va rispettata. Con Mirko Presciuttini (consigliere AP, ndr) abbiamo cercato di individuare dei percorsi da valutare con il Cai. Alcuni sono per i camminatori e sono adibiti alla preghiera, ci sono gli eremi. In quel caso la tutela è giusta». La posizione del Cai è nota: «La norma regionale – le parole del presidente della sezione ternana, Massimiliano Raggi – non può essere contraddetta, ma il Comune può individuare sentieri da eliminare dalla possibilità di essere percorsi da mezzi a motore. Noi siamo contrari a quanto deciso dalla Regione. Quantomeno tutelare i sentieri inseriti nella carta ufficiale, per noi è un compromesso doloroso, dal nostro principio non possiamo recedere». Tirato in ballo anche il Pnrr: «Una parte dei soldi sono per realizzare nuovi sentieri, ma da quando c’è l’emendamento nessuno vuole più tracciarli. Non si può rovinare né il lavoro già fatto né quello futuro».
A gettare acqua sul fuoco ci ha provato la presidente della II commissione, Alessandra Salinetti: «L’amministrazione cerca sempre di trovare un punto d’accordo tra le associazioni, al netto di accordi e alleanze». Poteva rimanere in silenzio Francesco Maria Ferranti? Chiaro che no: «L’emendamento alla legge regionale non è condiviso da alcune associazioni e non totalmente da Forza Italia, ci siamo astenuti con Morroni. Io resto all’opposizione di questa giunta, continuerò a farlo sui temi amministrativi e politici. E oggi manca la parte tecnica». La Gambini annusa il pericolo e va di riflessione politica: «Non deve passare il messaggio che ora linea politica di AP sia cambiata, l’atto è stato presentato prima dell’accordo. E già all’epoca in AP c’erano visioni contrastanti sul tema. Vogliamo individuare la cosa migliore. L’emendamento Puletti non è corretto perché le esigenze dei territori sono diverse, c’è da preservare il ‘turismo lento’».
Di diversa opinione rispetto al Cai è Andrea Pellegrini, numero uno del Moto Club Inossidabili Terni: «Perché demonizzare così tanto la figura dell’endurista? Il ‘turismo lento’? Noi abbiamo organizzato una gara del campionato italiano ad Arrone con 250 piloti e un indotto generale di 1.000 persone. E il transito dei veicoli non è che arrechi così tanti danni come sostiene il Cai. Noi siamo amanti della montagna come lo siete voi, la viviamo solo in modo diverso», ha detto rivolgendosi a Raggi. Più conciso Alberto Raggi, responsabile nazionale Gna: «Noi abbiamo un accordo con il Moto Club Inossidabili per tutelare l’ambiente, i ragazzi intervengono in tal senso e c’è grande attenzione verso i sentieri. Siamo i primi che vogliamo valorizzarlo e promuovere i cammini. Chiediamo che, nelle more della dicrezionalità in capo al Comune, si applichino misure che ci consentano di svolgere le nostre attività con i veicoli. Perché, ripeto è per tutelare l’ambiente». Ma senza la presenza dei tecnici – era invitato il funzionario di elevata qualificazione Federico Nannurelli, assente – e della possibilità di guardare in video le mappe preparate da Sani, è risultato arduo trovare una sorta di intesa.
Sandro Trequattrini (AP) capisce che non è aria: «Non siamo andati avanti di un millimetro rispetto all’ultima volta. Avete trovato una sintesi?», la richiesta alle associazioni. E qui è scattata la reazione di Sani e Raggi del Cai: «Ho tracciato i sentieri utilizzati per il camminamento indicando i percorsi», ha ricordato il primo. «La soluzione l’abbiamo portata, ovvero il divieto per i sentieri ufficiali presenti sulle carte», ha ribadito il secondo. Niente da fare. «C’è chi vuole preservare i sentieri del Cai e chi quelli religiosi», ha aggiunto a questo punto la Gambini. «I sentieri ci sono da centinaia di anni, mentre i motociclisti ci vanno dal 1° gennaio 2024. Chi li gestiva allora? Dire che il Cai non faccia nulla mi sembra eccessivo». E qui i toni si alzano.
Massimiliano Raggi alza un po’ la voce e chiede la parola: «Noi non facciamo niente? Mi altero, la mia dignità la difendo. Non accetto di essere preso in giro. Perché i rappresentanti riferiscono cose sul Cai non vere? A noi la legge assegna la protezione ‘spiccia’, non possiamo tagliare alberi. Per quello c’è l’Afor. Chi afferma il contrario non conosce le norme. E chi ha messo 40 mila euro di pali? La norma della Regione è ridicola», ha attaccato. Un paio di minuti di tensione e poi è tornato l’equilibrio: «Abbiamo fatto un lavoro oculato – ha concluso Sani – individuando circa 30 chilometri di mulattiera per 6-7 percorsi». Peccato che nessuno li abbia visti perché il sistema tecnologico del Comune non è stato d’aiuto. Si vedrà. Alla fine c’è il voto per chiedere una nuova commissione con tecnici e, magari, l’Afor in loco. La sensazione è che la storia sarà lunga.