Terni, vertenza Cesar: lavoratori a rischio

Sono cinque/sei le unità che – oltre a non percepire da otto mesi lo stipendio come gli altri colleghi – rischiano di rimanere a piedi

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Resta delicata la situazione per i lavoratori dell’istituto di vigilanza ternano Cesar Group, alle prese con una crisi aziendale di non semplice soluzione. Oltre allo spettro della sospensione dal lavoro con mancata corresponsione degli stipendi – ma sono comunque otto mesi che non vengono pagati -, per le guardie giurate ancora in forza all’istituto, i dubbi riguardano lo stesso futuro lavorativo.

CESAR GROUP, L’AZIENDA: «LOTTIAMO PER SOPRAVVIVERE»

Oltre la metà delle quattordici unità rimaste, dopo la perdita di alcuni appalti fondamentali come Ast, uffici giudiziari ternani e ospedale di Terni, hanno trovato una nuova collocazione presso gli istituti di vigilanza subentrati alla Cesar negli appalti in questione. Ma per cinque/sei unità, ciò non sta avvenendo e si trovano ora in una sorta di ‘limbo’ a zero euro: anche per questo Cgil e Uil hanno interessato la prefettura e la direzione territoriale del lavoro, per giungere ad una soluzione positiva in tempi celeri.

Senza un euro Da qui l’incontro che mercoledì si terrà presso l’ufficio territoriale del governo, in cui le sigle chiederanno l’applicazione delle normative previste, a partire dal contratto collettivo nazionale di settore. Per i lavoratori ‘in sospeso’, neppure la possibilità di accedere al fondo di garanzia e al Tfr, vista l’assenza – allo stato – della procedura di licenziamento collettivo. Uno stallo che dovrà essere, per forza di cose, superato. Pena un ulteriore appesantimento della crisi sociale ed economica del territorio.

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