Trafomec: la luce non è ancora spenta

Presidio dei lavoratori martedì mattina. Tavolo in Comune: intrapresa la via giudiziaria per staccarsi dalla proprietà cinese ‘latitante’

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di Gabriele Ripandelli

Rimane un barlume di speranza intorno al futuro della Trafomec, storica azienda della Valnestore specializzata nella produzione di trasformatori elettrici. Martedì 16 agosto si temeva che l’azienda Hera potesse staccare la corrente e portare quindi alla chiusura metaforica (e non solo) di una realtà perugina importante. Per questo i sindacati hanno organizzato per la mattinata un presidio che, insieme all’effetto del pressing istituzionale con l’intervento del prefetto di Perugia Armando Gradone, il sindaco di Panicale Giulio Cherubini e Piegaro Roberto Ferricelli e dei politici Walter Verini e Simona Meloni, ha convinto la fornitrice a rimandare il taglio.

Una storia travagliata

«Siamo stati utilizzati come un bancomat». Con questa frase pronunciata da uno dei settantacinque lavoratori, di cui una cinquantina operai e il restante parte dell’amministrazione, appesi al futuro di Trafomec si può pennellare il recente passato dell’azienda. Da mesi la proprietà cinese è scomparsa smettendo di pagare i lavoratori, che hanno comunque deciso di portare avanti l’attività per non danneggiarla. La situazione è in bilico però da diversi anni e più volte i lavoratori hanno dovuto far sentire la propria voce. C’è malcontento generale e la sensazione che emerge parlando con chi il 16 mattina era dentro i cancelli dell’azienda è che siano stati defraudati. Così si sentono gli operai guardando indietro e ripensando a chi nel tempo ha portato via prodotti, risorse e conoscenza trasferendole su realtà concorrenti. C’è chi segnala come recentemente l’amministratore delegato abbia deciso di lasciare la barca quando probabilmente ha iniziato a navigare in acque tempestose.

Intrapresa la via giudiziaria

«Ci sono aspetti di notevole complessità. È stata attivata la procedura che porterà la questione all’attenzione dell’attività giudiziaria» Armando Gardone è intervenuto in prima persona a Panicale. Il prefetto di Perugia ha spiegato quale può essere il futuro della Trafomec: «La strada da percorrere è quella dell’affidamento a un delegato che potrà svolgere l’azione portando verso la procedura fallimentare. Il fatto che la proprietà cinese non risponda complica però il tutto». Questo aspetto viene approfondito dal sindaco di Panicale Giulio Cherubini: «Se l’inerzia si protrae si avvia la procedura fallimentare. Il giudice decide se passare la proprietà a un curatore che ha mani più libere per sbloccare quelle procedure che oggi impediscono uno scenario futuro. Ci sono anche a livello territoriale e devono essere prese in considerazione».

Richiesto un tavolo tecnico: «Staccarsi dalla proprietà latitante»

La partita si è giocata soprattutto negli uffici del Comune di Panicale dove le forze politiche coinvolte si sono radunate per trovare una soluzione. All’uscita dal colloquio Walter Verini ha fatto una richiesta chiara: «Al più presto si attivi un tavolo per la crisi Trafomec, distaccare la struttura produttiva dalla proprietà latitante e costruire possibili piani industriali. C’è necessità di dare una prospettiva a una realtà competitiva che ha il 90% della produzione destinata al mercato internazionale». Il tempo stringe e la Regione ha l’intenzione di continuare a lavorare a ritmi serrati: «Da un anno con il Consiglio Regionale abbiamo svolto un paio di interrogazioni da più di un anno monitorando la situazione – commenta Meloni – non possono disperdersi queste maestranze in un’azienda leader. Un mese fa quando abbiamo capito che la situazione stava precipitando abbiamo chiesto un tavolo tecnico. Chi si avvicinerà dovrà farlo con il giusto metodo e con l’aspirazione ad andare avanti. Serve continuità anche per l’economia del territorio. Le autorità si muovono al loro fianco».

Conto alla rovescia

La buona notizia del giorno, ribadiamo, è che la corrente continuerà ad arrivare nell’azienda di Tavernelle. C’è però da correre per assicurarsi un futuro: «Il tempo è stretto. Abbiamo altri 15 giorni – precisa Nico Malossi della Fiom Cigl – e dobbiamo affrontare questo periodo insieme ai lavoratori». Andrea Calzoni di Fim Cisl invoca ogni strada pur di aprire un nuovo capitolo: «L’attuale proprietà ha disatteso ogni tipo di impegno. Il lassismo non rende proficuo nessun tipo di soluzione futura e per questo serve anche un’intervento giudiziario per aprire a nuovi imprenditori. L’azienda deve avere una continuità». I lavoratori dichiarano di avere ancora speranza. Ora non vanno delusi e ognuno deve fare il suo nel proprio campo.


VIDEO – PARLA UN’OPERAIA TRAFOMEC

IL SINDACO CHERUBINI, MALOSSI (FIOM) E CALZONI (FIM) FANNO IL PUNTO


LE FOTO DEL PRESIDIO

 

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