Quattordici esuberi entro dicembre, cinque in meno rispetto ai 19 previsti inizialmente, clausola di salvaguardia dei lavoratori fino a giugno 2025, sperimentazione della mensa con orario diverso e uscita anticipata da gennaio per sei mesi: sono alcuni dei punti previsti nell’ipotesi di accordo sul piano di riorganizzazione del Tubificio di Terni raggiunta nella tarda serata di martedì tra le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm Fismic e Ugl e le relative rsu con l’azienda. «Una nuova e ulteriore riorganizzazione e non un rilancio come proposto dall’azienda» è la valutazione delle organizzazioni sindacali.
Nel ciclo di assemblee terminata mercoledì, spiegano in una nota, «i lavoratori e le lavoratrici, condividendo l’impostazione delle organizzazioni sindacali con responsabilità e consapevolezza, pur mantenendo perplessità sul piano in termini di tenuta occupazionale, produttiva ed economica, nonché sul contesto generale di crisi dell’automotive, hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali di sciogliere positivamente la riserva».
«Chiaro è che mensilmente – continuano – le organizzazioni sindacali si adopereranno per verificare gli indicatori essenziali per la tenuta del piano. Ora si è certificato che i destini del Tubificio di Terni sono legati a quelli più generali di Acciai Speciali Terni, per questo oggi abbiamo un argomento in più per chiedere rapidità e chiarezza a azienda, governo e istituzioni locali affinché si concretizzi i totali degli investimenti dichiarati per garantire gli attuali livelli occupazionali del gruppo e dei terzi».
In particolare gli esuberi riguarderanno undici operai e tre impiegati, che saranno ricollocati in Ast e al Centro Servizi Terni. Sette dal primo ottobre e gli altri sette entro dicembre. La forza lavoro passerà così dalle 114 unità a 100. Ast si è anche impegnata ad assorbire altri eventuali lavoratori se dovessero sopraggiungere altri problemi fino a giugno 2025. In termini produttivi, l’obiettivo del Tubificio è quello di attestare la produzione sulle 2.500 tonnellate al mese, con una forchetta in su e in giù del 10%.