Turismo, tutti i dati e la polemica di Pasqua

A Terni si litiga: l’assessore Tedeschi esulta, Cecconi dall’opposizione mugugna

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I numeri dovrebbero essere neutri. Nel senso che non dovrebbero prestarsi ad interpretazioni. Invece no, manco per niente. La dimostrazione arriva da quelli, i numeri, relativi al movimento turistico che, nel 2014, ha interessato l’Umbria e, in particolare, il ternano.

I dati Iniziamo dai numeri: la Regione Umbria ha fatto sapere che «nell’anno 2014 le strutture ricettive umbre hanno complessivamente dichiarato: 2.320.757 arrivi, 5.858.794 presenze; con una variazione del +5.96% negli arrivi e +1.65% nelle presenze rispetto al 2013». E ancora che «nel complesso si evidenzia in quasi tutti i comprensori un aumento negli arrivi e, in alcuni, un calo delle sole presenze. Variazioni tutte positive nei comprensori Assisano, Valnerina, Eugubino, Perugino, Spoletino, Tuderte, Amerino e Ternano. Variazioni solo negative in Alta Valle Tevere».

LE TABELLE REGIONALI CON I DATI

I dettagli Sempre secondo la Regione «i tre comprensori della fascia centrale dell’Umbria (Trasimeno, Perugino, Assisano) raccolgono oltre la metà dei flussi turistici regionali e, precisamente, 1.187.065 arrivi e 3.186.489 presenze, corrispondenti al 51,15% degli arrivi e al 54.38% delle presenze. I maggiori incrementi di flussi turistici si sono registrati nei comprensori Orvietano (+23.95% arrivi e +9.45% presenze), Ternano (+8.50% arrivi e +8.42% presenze), Valnerina (+8.26% arrivi e +6.40% presenze), Amerino (+8.34% arrivi e +3.54% presenze), Tuderte (+5.19% arrivi e +5.42% presenze) e Perugino (+5.13% arrivi e +4.16% presenze)».

La soddisfazione Tanto che l’assessore ternana Daniela Tedeschi aveva esultato: «L’incremento significativo registrato nel 2014 conferma, indica che negli anni l’amministrazione comunale ha attivato, insieme agli altri soggetti deputati, un’adeguata promozione turistica, così come stiamo lavorando a politiche del turismo incentrati su azioni concrete e condivise con gli operatori. Stiamo andando, insomma, nella direzione dovuta».

Le promesse Tedeschi, poi, aveva garantito: «È nostra intenzione non solo consolidare questo trend positivo ma rafforzarlo, nel corso del 2015, ulteriormente, con le nuove attività sulle quali stiamo lavorando. Mi riferisco, solo per citare i filoni principali, alle azioni conseguenti agli stati generali del turismo, con l’imminente istituzione della consulta permanente, l’accordo con l’associazione dei Borghi più belli di Italia, la progettazione turistica all’interno di agenda urbana, con un utilizzo più mirato dei fondi europei nella programmazione 2014-2020», il tutto «dare un contributo reale all’economia cittadina».

Lo scetticismo Alle parole dell’assessore replica il consigliere comunale di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, Marco Cecconi: «In assenza di dati disaggregati e di dettaglio, i numeri dei flussi turistici del 2014, pur con il segno positivo, non autorizzano più di tanto a cantare vittoria né giustificano i trionfalismi dell’assessore Tedeschi. Innanzitutto, sono numeri che si riferiscono all’intero comprensorio ternano e, non volendo giocare con le parole, non è detto per niente (o, almeno, non è dato di sapere in base alle informazioni in nostro possesso) in quale misura le performance descritte si riferiscano specificatamente all’ambito territoriale del nostro solo Comune o, piuttosto, in maniera più significativa, all’area della Valnerina a noi più contigua (Ferentillo, Arrone, Montefranco), all’area Narni-Calvi-Otricoli o, ancora, a mete sempre molto ambite di un turismo attento ai profili ambientali o paesaggistici come S. Gemini o Stroncone e via dicendo».

«Anno zero» Inoltre, secondo Cecconi, «il rapporto arrivi/presenze non solo si attesta ben al di sotto di altre località dell’Umbria ma resta, in assoluto, molto basso: a conferma del fatto che – e questo è vero senz’altro per quel che riguarda Terni città – si tratta di flussi non certo legati a ‘pacchetti’ o itinerari. Del resto, a quel che si evince anche dagli stessi stati generali sul turismo a Terni, sui ‘fondamentali’ (dalla valorizzazione del legame con San Valentino, alla realizzazione di un portale unico di promozione online, per non parlare della cura della città) siamo ancora all’anno zero».

Il Briccialdi Cecconi approfitta dell’occasione per tornare su un altro tema a lui caro: l’istituto musicale Briccialdi: «L’amministrazione non pensi di fare con il Briccialdi quello che ha fatto con il Caos, ovvero scippare il consiglio comunale della possibilità di discutere e decidere. Al di là delle pieghe della legge – tra le quali l’assessore Armillei sembra muoversi con l’unico obiettivo di cercare pretesti per fare tutto al chiuso delle sue stanze, senza confronto e senza dibattito – ad imporre alla giunta di condividere con il consiglio comunale le scelte sul futuro dell’Istituto musicale c’è, invece, una ragione di etica politica, che sarebbe gravissimo mettersi sotto ai piedi».

La convenzione Secondo il consigliere di minoranza, «annunciando con grande arroganza che, a definire la nuova convenzione con il Briccialdi, sarà appunto la giunta, l’assessore Armillei sembra voler ignorare il fatto che, se fosse stato per la giunta, quello del Briccialdi avrebbe continuato ad essere nient’altro che un esempio di mala amministrazione, di debiti sottaciuti, di controlli mai fatti, di rimborsi mai chiesti, di sprechi, pasticci, ambiguità gestionali, inefficienze e via dicendo. Se fosse stato per la giunta, tutto avrebbe continuato ad essere com’era. E invece è stato proprio il consiglio (con una mia interrogazione del settembre scorso) a scoperchiare la pentola. È stato il consiglio, attraverso le sue commissioni, a lavorare alacremente in questi mesi per riportare in chiaro una situazione che la giunta avrebbe sicuramente preferito lasciar marcire, accumulando irregolarità che peraltro hanno allertato – come è noto – anche la Corte dei conti. È stato il consiglio è non altri: perché la giunta, oltretutto, in queste settimane, la cosa più rimarchevole che è riuscita a fare è stata quella di prendere tempo, bypassare la scadenza della vecchia convenzione e ricorrere alla solita scandalosa pratica delle proroghe».

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