di Giovanni Cardarello
Quella che è accaduta negli ultimi giorni di dicembre 2024 presso la sezione lavoro del tribunale di Perugia è una vicenda che può avere importanti risvolti economici sulla sanità regionale e fare giurisprudenza a livello nazionale. Parliamo, nel dettaglio, della decisione del giudice del lavoro Giampaolo Cervelli in merito alla causa intentata dal sindacato autonomo Nursind, il principale sindacato infermieristico in Italia, con l’assistenza legale dell’avvocato Domenico De Angelis, contro l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia.
La causa aveva come oggetto la richiesta da parte di trenta infermieri professionali in servizio all’ospedale di Perugia di vedere riconosciuta, per intero, l’indennità relativa ai turni festivi. Indennità che, per un’errata interpretazione della norma, era stata corrisposta a metà: 8,91 euro lordi l’ora anziché 17,82.
Il dettaglio lo spiega ‘Il Messaggero-Umbria‘: si tratta di un «turno notturno iniziato nel festivo e finito nel giorno feriale. Classico esempio (quando non c’è di mezzo naturalmente una domenica) il turno serale di Santo Stefano». In quel contesto il calcolo della retribuzione avveniva come giorno feriale e non come festivo. Da qui il ricorso dei trenta infermieri che si sono vista riconosciuta una somma totale di 6.138,99 euro, con picchi in base alle ore di turno e alla qualifica fino a 300 euro.
Secondo l’avvocato Domenico De Angelis che ha patrocinato la causa, si legge ancora su ‘Il Messaggero‘, «l’azienda ospedaliera di Perugia ha erroneamente provveduto all’erogazione dell’indennità in forma dimezzata, liquidando per ciascuno degli infermieri e degli Oss un importo dimezzato se le prestazioni fornite sono di durata superiore alla metà dell’orario di turno».
La sentenza del giudice del lavoro, la 491 del 13 dicembre 2024, fa chiarezza e soprattutto fa giurisprudenza spiegando che «la norma del CCNL della sanità può interpretarsi nel senso dell’estensione temporale del turno festivo, sino a comprendere anche ore non ricadenti nelle 24 ore del giorno festivo». Ciò «nella prospettiva di un’equiparazione del trattamento retributivo di chi presta servizio esattamente nelle 24 ore del giorno festivo rispetto a quello di chi, invece, presta servizio nel turno che inizia nel giorno festivo e termina nel giorno feriale successivo». Nella sentenza viene specificato che altri tribunali, Ascoli, Cremona, Milano e Trani hanno deliberato nello stesso modo.
«Il Nursind di Perugia – spiega il coordinatore regionale del sindacato Marco Erozzardi – ha deciso di promuovere delle azioni legali a favore dei propri iscritti per la violazione di istituti contrattuali, che comportano il mancato pagamento di alcuni emolumenti retributivi». Sottolineando che «la sentenza ha finalmente riconosciuto il diritto degli infermieri che prestano la propria attività professionale nei turni notturni, al pagamento dell’indennità in misura piena e non dimezzata».
Ma come accennato è solo la prima puntata di una vicenda che avrà ulteriori sviluppi. Confermando il primo grado non è difficile prevedere una cascata di ricorsi per casi simili in tutta Italia, per questo motivo l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia ha deciso di impugnare la sentenza in appello: la partita è ancora aperta.
