Umbria, microimprese: «Importanti criticità»

Indagine sui primi tre mesi del 2018: alcuni segnali positivi per manifatturiero e medie-grandi imprese, male il resto. Perdite consistenti per commercio e costruzioni

Condividi questo articolo su

«Con l’inizio del 2018, al di là di alcuni segnali positivi per il manifatturiero e per le medie-grandi imprese, permangono criticità importanti per le microimprese, per le artigiane e per il commercio che nella nostra regione sconta da troppo tempo una crisi da cui si fatica ad uscire». Parole di Giorgio Mencaroni, presidente di Unioncamere Umbria, nel commentare la nuova indagine congiunturale sui dati del primo trimestre dell’anno: perdite più consistenti nel settore del commercio e delle costruzioni.

Dall’indagine Unioncamere risultano in crescita ordinativi in totale, ordinativi interni e occupazione, sia nel confronto congiunturale che tendenziale, mentre gli ordinativi esteri sono leggermente inferiori a quelli del I° trimestre 2017 ma in crescita rispetto alla fine del 2017. Per quel che concerne il manifatturiero i numeri sono più positivi che negativi, ma scontano il confronto con il trimestre precedente; produzione, fatturato e fatturato interno segnano variazioni positive rispetto al I° trimestre dello scorso anno mentre hanno valori negativi rispetto al trimestre precedente. A livello dimensionale le performance migliori sono quelle delle grandi imprese (oltre i 50 addetti); seguono le medie, che segnano il valore negativo più consistente (-10,2%) nel fatturato estero rispetto al trimestre precedente, e fanalino di coda per le piccole evidenziando tutte le loro difficoltà.

Variazioni A livello settoriale sono le industrie elettriche quelle che hanno l’andamento migliore registrando solo variazioni positive, seguono quelle dei metalli e industrie del legno; le variazioni negative più numerose invece sono relative alle industrie tessili e alle industrie chimiche. Le imprese artigiane segnano variazioni positive nel tendenziale ma negative nel congiunturale, risultato comprensibile visti i dati “molto” positivi del trimestre scorso: «Gli imprenditori rimangono – il commento di Mencaroni – cauti sulle loro giudizi sulle previsioni future e come abbiamo riscontrato nella precedente indagine non programmano investimenti, tantomeno quelli legati al piano governativo impresa 4.0. Occorre quindi dare nuovo impulso e sostegno al tessuto economico regionale e il sistema camerale sarà in prima linea nel rilancio competitivo delle piccole e delle microimprese».

Il commercio Unioncamere sottolinea che il momento di incertezza iniziato nel 2016 «torna ad evidenziarsi in questi primi tre mesi del 2018. Calano le vendite e calano gli ordinativi; l’occupazione negativa nel confronto tendenziale è comunque positiva in quello congiunturale; crescono i prezzi di vendita. Non mancano segnali positivi che evidenziano il miglior andamento degli ipermercati così come le imprese che superano i 50 addetti mostrano più variazioni positive superiori alle altre due fasce dimensionali».

I numeri Ammontano a 94 mila le imprese registrate in Umbria nel primo trimestre del 2018, l’84,8% risultano attive; variazione negativa dello 0,6% rispetto al fine 2017. Le iscrizioni nei primi tre mesi sono state 1.490 (-10,2% rispetto allo stesso periodo del 2017), diminuiscono le cancellazioni totali che sono 2.022 (-33,3% rispetto al 2017). In aumento gli addetti totali delle imprese umbre che arrivano a 230 mila 625 con una crescita dell’1,3% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.

La divisione Per quanto attiene ai settori, il 23,4% delle registrate umbre attiene al settore del commercio segue con il 17,9% l’agricoltura e con il 13,2% le costruzioni; a livello settoriale, rispetto allo stesso trimestre del 2017 le perdite più consistenti sono nel commercio (261 imprese in meno), nelle costruzioni (148 imprese in meno) e nel manifatturiero (112 imprese in meno) con una variazione del -1,2% le prime e dell’1,5% le seconde. Negativo il segno anche per il trasporto.

Tra i settori in positivo ci sono alloggio e ristorazione, noleggio, attività finanziarie ed immobiliari, altre attività di servizio. Aumentano le aperture di unità locali (+14,2) e diminuiscono le cancellazioni delle imprese del 33,3% (a livello nazionale le variazioni sono rispettivamente del -7,6% e del -3,5%). «Da evidenziare – sottolinea Unioncamere Umbria – però che le imprese entrate in scioglimento e liquidazione salgono a 431, il 4,1% in più rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, in linea con il +4,5% del dato dell’Italia». I fallimenti e le altre procedure concorsuali invece scendono a 59, esattamente -4,8% rispetto al I trimestre 2017: «Si conferma il calo dei fallimenti anche a livello nazionale pur se ‘solo’ di un -5,3%».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli