Da 106 a 113, con un incremento del 7% dovuto – in maggior misura – all’incremento dei flussi turistici legati alla montagna e alle attività outdoor. Questo il numero degli interventi del Sasu (Soccorso alpino e speleologico Umbria) nel 2018: record anche le persone soccorse/recuperate (175, 17 delle quali decedute).
Le attività
Il Sasu è stato impegnato anche nelle azioni per la prevenzione degli incidenti. Ma non solo: ci sono anche gli interventi all’interno degli scenari delle maxi emergenze. Spicca quello effettuato nelle Gole del Raganello, in Calabria, con soccorso/recupero di diciannove persone. C’è poi il lato formativo: tecnici ed operatori del Sasu hanno concorso ad operazioni di emergenza-urgenza tecnico sanitaria nelle maxi emergenze come le quattro giornate nella grotta Frozen del monte Canin in Friuli-Venezia Giulia, due nella grotta del Vento di Frasassi in terra marhigiana, altrettante in Calabria e tre per la ricerca della bambina scomparsa a Serle (Lombardia). In generale per la ricerca di persone disperse o scomparse il Sasu è sceso in campo coin diciannove interventi per un totale di venticinque giornate.
Sisma e addestramento
Nel 2018 inoltre si è protratto il sostegno del Sasu nei confronti delle popolazioni nursine colpite dagli eventi sismici. Terminata la fase di prima emergenza di gennaio e, data la precarietà della viabilità, il Soccorso alpino speleologico Umbria è stato utilizzato nel supporto alla popolazione di Castelluccio di Norcia, come presidio per l’espletamento del servizio di urgenza ed emergenza tecnico sanitario. Seguono poi le attività congiunte di formazione, informazione e addestramento con i vari reparti search and rescue (Sar), le 1000 ore/uomo per le unità cinofile e il tempo trascorso per la preparazione e ripristino dei mezzi/materiali usati durante le emergenze; per quanto riguarda la gestione amministrativa e burocratica svolta dall’ufficio di presidenza e segreteria nel 2018 è stata di circa 2.500 ore/uomo. L’attività relazionata dal Sasu è a titolo gratuito.
Il bilancio e l’iter legislativo
Nel corso del 2018 i tecnici Sasu sono stati impegnati peer 40.269 ore/uomo con – di media – quattordici tecnici coinvolti per singolo giorno. «Ampia soddisfazione – le parole del presidente Matteo Moriconi – per l’ormai affermata capacità di intervento e risposta del Soccorso alpino e speleologico umbro. Il numero di interventi in aumento ci indica che è prioritario mettere in campo attività di prevenzione per chi frequenta l’ambiente impervio. Utile sarebbe proprio a questo fine l’approvazione della nuova legge che oggi sta percorrendo l’iter legislativo al consiglio regionale e che significherebbe non solo riconoscere l’operato degli operatori, tecnici e sanitari del Saau, ma anche avere delle garanzie sotto l’aspetto finanziario e gestionale. Così come avvenuto nell’ultimo triennio – conclude – in diverse regioni italiane, lasciando l’Umbria una delle poche ad essere rimasta senza una legge apposita sulla materia. Confidiamo che entro la primavera anche la nostra Regione».