Apertura della ‘fase 2’ della procedura di vendita con la ‘visita’ dei gruppi Marcegaglia e Arvedi e completamento dell’operazione ad ottobre 2021 dopo il passaggio in viale Brin degli altri due player in lizza, i coreani di Posco ed i cinesi Baosteel: questo il tema principale al centro del confronto che si è sviluppato nel pomeriggio di mercoledì tra le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl, Usb e la direzione aziendale di Ast.
Ast, anche due gruppi stranieri in lizza. Ma il Governo tenta lo stop
La richiesta di garanzie e la critica
Le organizzazioni sindacali, una volta ricevuta la conferma dell’apertura della seconda fase – Marcegaglia ha visitato lo stabilimento martedì, poi è stata la volta di Arvedi – della procedura durante il tête-à-tête con l’ad Massimiliano Burelli, il direttore del personale Alessandro Rusciano e il direttore di stabilimento Dimitri Menecali, hanno chiesto «garanzie sul perimetro di vendita e sulla futura autonomia del sito, rilevando però, l’assenza delle istituzioni regionali e dal Governo Italiano».
Trend e accordo ponte
Burelli ai sindacati – passando al mercato – ha confermato il trend positivo per i primi due trimestri dell’anno. In conclusione focus sulla procedura di verifica dell’accordo ponte su investimenti, livelli occupazionali, ambiente e sicurezza: «Ha registrato ulteriori evoluzioni in linea con quanto concordato», evidenziano le segreterie territoriali. Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl, Usb «ritengono questo momento decisivo per il futuro dello stabilimento e per il mantenimento degli attuali assetti produttivi e occupazionali, con la consapevolezza che con una maggiore incidenza di tutti gli attori in campo si possano concretizzare soluzioni che ne prevedano una reale espansione».