di Andrea Guiso
Coordinatore provinciale di Terni della Usb dei vigili del fuoco
Nelle giornate scorse si sono verificati forti venti che hanno messo in ginocchio la nostra provincia; come sempre, l’estremo carico di lavoro è ricaduto completamente sull’organico ordinario dei vigili del fuoco del comando di Terni.
La centrale operativa del 115 è stata sommersa, nel giro di poche ore, da centinaia di richieste di intervento che hanno messo in seria difficoltà il normale sistema d’emergenza, già flagellato dai tagli delle risorse e dall’esodo del pendolarismo.
Quando questa organizzazione sindacale ha espresso la necessità di raddoppiare i turni per poter alleggerire i carichi di lavoro del personale, ci siamo dovuti scontrare con l’improvvisazione e le isterie di chi non sa gestire una condizione appena al di fuori dell’ordinario.
Solo dopo innumerevoli pressioni e il benestare del direttore regionale, il comando di Terni ha finalmente autorizzato gli straordinari, seppur con le solite procedure che puntualmente siamo a criticare: nepotismo, telefonate a casa all’ultimo minuto, ecetera.
La situazione di emergenza che si è creata in Umbria, causa del forte vento, è la riprova che le nostre continue denunce sulla crisi del corpo non sono campate in aria. Subiamo una dirigenza ingessata dalle logiche del ministero dell’interno e alle incapacità dei prefetti messi a capo di una macchina del soccorso a loro completamente sconosciuta.
Il recente ‘riordino’ taglia organici vede quasi azzerato il turnover, blocca i richiami dei precari a cui è stato azzerato il fondo, chiude i nuclei specialisti. Il numero complessivo dell’organico del corpo nazionale ci vede agli ultimi posti in Europa, con una media di 1 vigile ogni 15mila abitanti, contro una media europea di 1 ogni mille abitanti.
Per non parlare della carenza cronica di automezzi ed attrezzature, siamo costretti quotidianamente ad operare con mezzi vetusti nel nome del soccorso.
Senza dubbio il maltempo e il fortissimo vento hanno causato danni ingenti in regione, ma una struttura come i vigili del fuoco ha il dovere di essere pronta e preparata con uomini e mezzi per affrontare qualsiasi situazione emergenziale.
Vogliamo porre anche una domanda ai cittadini e alle istituzioni: in questi eventi dove sono gli enti locali, dove sono tutte le risorse economiche investite in piani di Protezione civile e volontariato?
I cittadini si rivolgono agli unici professionisti del soccorso, i vigili del fuoco, la cui unica colpa è quella di non avere risorse e una classe dirigente inadeguata.
Vogliamo pertanto denunciare lo stato di crisi del corpo nazionale dei vigili del fuoco e pretendiamo un concreto progetto di rilancio del dispositivo di soccorso!