Umbria, i sindacati: «Un dicembre ‘caldo’»

Manifestazioni nazionali a Roma anche per le tante vertenze aperte sul territorio: «Faccia a faccia con la Tesei sulle emergenze»

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di G.N.

Sarà un dicembre caldo dal punto di vista sindacale, con Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria pronte a unirsi alle manifestazioni nazionali a Roma, il 10, il 12 e il 17 dicembre prossimi. In piazza, le tante vertenze aperte in Umbria (dall’Ast all’ex Cementir, passando per Treofan e la ex Merloni, dove il 31 dicembre scadrà la cassa integrazione per 350 lavoratori umbri), ma anche la legge di stabilità e per avere risposte sul lavoro pubblico, il nodo pensioni e la non autosufficienza.

Le difficoltà del mondo del lavoro

«Porteremo a Roma le nostre delegate e i nostri delegati per testimoniare le difficoltà del mondo del lavoro, che nella nostra regione sono ancora più forti – hanno detto i tre segretari generali Vincenzo Sgalla (Cgil), Angelo Manzotti (Cisl) e Claudio Bendini (Uil) – per non abbassare l’attenzione sulle tante vertenze aperte, sul rinnovo dei contratti, che interessa decine di migliaia di lavoratori anche nella nostra regione, sul sistema degli appalti viziato dalla logica del massimo ribasso che crea forti lacerazioni tra i lavoratori».

Alla presidente Tesei, la richiesta di un confronto

Mentre si preparano a partecipare alla mobilitazione, i sindacati umbri aspettano una convocazione da parte della nuova presidente della Regione, Donatella Tesei: «Infrastrutture, piano dei trasporti, piano dei rifiuti, piano energetico e, appunto, legge regionale sugli appalti sono le emergenze che avevamo già posto alla precedente giunta, attraverso la nostra piattaforma unitaria e che restano tutte sul tavolo».

Sicurezza sul lavoro

Intanto il prossimo 18 dicembre la prefettura di Perugia ha convocato organizzazioni sindacali e datoriali, insieme alle istituzioni, per portare a compimento il percorso di sottoscrizione di un protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che possa, concretamente, arginare il fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro (15 quelle avvenute nei primi 10 mesi del 2019) che continua a colpire drammaticamente la nostra regione.

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