Farmaci ‘fuorilegge’: rischiano in sette

di F.T.

Esercizio abusivo della professione e somministrazione di medicinali guasti: queste le ipotesi di reato contestate a sette persone – tre medici e quattro infermiere dell’ospedale di Orvieto – finite nell’indagine con cui i carabinieri del Nas di Perugia avrebbero portato alla luce tutta una serie di irregolarità nella preparazione e nella somministrazione di farmaci antiblastici, utilizzati per la chemioterapia, nell’ambito delle attività del day hospital oncologico del Santa Maria della Stella. Il processo è in corso di fronte al giudice monocratico Rossana Taverna del tribunale di Terni.

Le accuse Ai sette viene contestato di essersi «sostituiti al farmacista nell’allestire, in un laboratorio galenico privo dei requisiti minimi strutturali e strumentali, preparati antiblastici e per averli somministrati quali conformi». Per la procura – rappresentata in aula dal pm Cinzia Casciani – i sette avrebbero inoltre somministrato i preparati antiblastici «senza documentarne la qualità, la quantità, la correttezza delle operazioni eseguite, l’esatta rispondenza alle procedure stabilite e la verifica della corretta compilazione dell’etichetta, compresa anche l’indicazione delle modalità di conservazione».

La replica Accuse respinte in maniera decisa dai legali difensori dei sette, fra cui figurano gli avvocati Sergio Finetti, Dino Parroni e Manlio Morcella. L’avvocato Parroni parla di «processo paradossale», mentre secondo l’avvocato Finetti «tutto si è svolto nel pieno rispetto delle procedure sanitarie previste, a fronte di un operato assolutamente corretto».

L’udienza Mercoledì in aula sono stati sentiti i militari dei Nas che hanno condotto l’accertamento e il direttore della struttura complessa di oncologia del Santa Maria di Terni, Fausto Roila. Quest’ultimo, citato dalle difese – fra cui figurano gli avvocati  – ha sostanzialmente spiegato che il 24% dei reparti oncologici italiani non dispone dell’Unità per la preparazione dei farmaci antiblastici e che se i sanitari si fossero rifiutati di somministrarli, avrebbero rischiato la denuncia per ‘interruzione di pubblico servizio’. Al termine il giudice ha rinviato il procedimento al prossimo 11 maggio.

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