Terni: «Chimica, nuove possibilità di crescita»

Aziende, sindacato e politica – con diverse sfumature – concordano sulla possibilità della crescita: ma c’è da lavorare con intelligenza

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La chimica tradizionale – a patto che sia sempre più improntata all’innovazione e all’efficienza – e quella ‘verde’, in crescita costante e che guarda al futuro. Sono le due realtà – è emerso con chiarezza dal dibattito scaturito dall’iniziativa ‘Un polo chimico per l’Umbria’, organizzata dalla Filctem Cgil di Terni e coordinata dalla segretaria terrioriale, Marianna Formica.

Leonardo Pinoca

Leonardo Pinoca

Le aziende Prima hanno parlato le imprese: l’amministratore delegato di Beaulieu Fibres International Terni, Leonardo Pinoca, ha illustrato le performance della multinazionale ed ha confermato la volontà di lavorare concretamente «per convincere Basell a rendere disponibile tutta l’area che, attualmente, noi ed altre aziende occupiamo. Ci si chiede cosa possiamo fare per convincerla e io credo che le 30 mila tonnellate di polimero che attualmente acquistiamo da Basell, e che potrebbero diventare 50 mila o anche 70 mila se potremo far crescere i nostri impianti siano già un buon motivo. Noi siamo pronti per un grande programma di investimenti, ma crediamo che siano necessri interventi di sistema: irrobustire la sinergia con il polo universitario di Terni e salvaguardare il polo ferroviario, per cominciare». Antonio Paruolo, di Treofan, ha spiegato che «c’è ancora molta strada da fare, per poter cercare di mantenere ed assicurare un futuro non solo alla Treofan, ma in particolare a Treofan Italy Terni. Se vogliamo fare in modo che il polo possa giocare un ruolo importante, è essenziale che lo stesso diventi un elemento strategico per le aziende, in cui gli obiettivi ed interessi devono diventare comuni». Marco Versali, di Novamont, ha invece ricordato la necessità che la politica prenda atto che «in Italia, il 60% delle 100 mila tonnellate di buste per la spesa in circolazione sono fuori legge (con bei danni per il loro Mater Bi; ndr) e che sarebbe il caso di cominciare a far rispettare le norme. Qui a Terni si può e si deve fare un buon lavoro, ma il territorio deve seguirci sul terreno che ci è più congeniale: quello degli standard elevati e della competitività».

chimica congresso polo Marini Di Girolamo chimicoMarini-Di Girolamo «Ciò che per alcuni anni abbiamo vissuto come un problema, la presenza qui dell’industria della chimica di base – ha detto la presidente della regione, Catiuscia Marini – ora, proprio grazie alla chimica verde, può rappresentare una opportunità di crescita e di sviluppo. La ripresa industriale dell’area Terni-Narni non può che passare proprio dalla valorizzazione di questo grande patrimonio e dall’esperienza che a Terni alcune imprese hanno realizzato affermandosi come realtà industriali altamente competitive e che, andando controcorrente, hanno deciso di investire in innovazione e ricerca. Perché il nuovo polo chimico deve essere un luogo non solo della produzione, ma anche della ricerca e dell’innovazione. E, anche sulla base dei lavori di questo convegno e delle cose che qui sono state dette da rappresentanti di importanti industrie, posso dire che abbiamo qualche buon elemento per guardare al futuro con maggior fiducia». Il sindaco, Leopoldo Di Girolamo ha sottolineato che «le istituzioni hanno sempre creduto nel futuro del polo chimico di Terni come patrimonio industriale per il Paese. La chimica e la chimica verde sono l’ossatura sulla quale intendiamo costruire lo sviluppo di questo territorio».

chimica congresso un polo FormicaL’area di crisi Ovviamente non si poteva fare cenno all’area di crisi complessa e Attilio Romanelli, il segretario della Cgil di Terni, ha ricordato «l’insistenza, inizialmente in grande solitudine, con cui la Cgil ha posto la questione. Crediamo che questo strumento, insieme agli altri a disposizione, possa dare risposte rapide e concrete al territorio». Dal convegno, insomma, sono emerse quelle che potrebbero essere nuove opportunità importanti per il polo chimico di Terni: «Se non qui dove? – ha detto il segretario generale della Filctem Cgil nazionale, Emilio Miceli – visto che qui ci sono tutte le condizioni per potere fare una chimica di qualità. Certo, per poter costituire un’ipotesi credibile bisogna che le due gambe, quella della chimica tradizionale e quella della chimica verde si muovano insieme, e che quest’area stia dentro un processo di riconversione. Abbiamo bisogno di capire – ha aggiunto Miceli – cosa succede, ad esempio, sul versante delle bioplastiche, superando lo scontro tra Italia e Unione Europa sull’utilizzazione e sugli standard di questo materiale. Penso comunque che ci sia materia perché Terni mantenga il suo forte ruolo di polo chimico per l’Italia. Per far questo, però, serve una forte volontà politica e una strategia nazionale che in questi anni è purtroppo mancata».

 

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