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Home » Terni, dove in carcere si prova a costruire

Terni, dove in carcere si prova a costruire

di Marco Torricelli
16 Novembre 2016
in Altre notizie, Attualità
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Francesca Capitani

Francesca Capitani

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di A.V.

Il ‘Festival della cultura in memoria di Giovanni Solinas’, l’evento che si è svolto nella casa circondariale di Sabbione e che ha coinvolto i carcerati e i volontari, non è stato solo un momento di ‘ricreazione’, ma come spiega la coordinatrice del tutto, Francesca Capitani, vuole essere una rottura degli schemi troppo rigidi e «troppo spesso grigi della detenzione».

Carcere Terni, generica - 8 gennaio 2016 (2)L’idea Il progetto (presentato ad aprile) è nato il 29 luglio 2015 dopo che Giovanni Solinas, detenuto nel carcere di Sabbione ha deciso di porre fine alla sua vita, impiccandosi nella sua cella. Capitani è un’operatrice – volontaria – che da 25 anni lavora nella prigione ternana e dopo questo evento drammatico ha pensato di organizzare ‘qualcosa’ per ricordarlo. Così ai temi della pena, della sofferenza, delle debolezze umane ha deciso di rispondere con la cultura, organizzando dei laboratori che coinvolgessero non solo i detenuti, ma anche nuovi volontari. «Abbiamo bisogno di nuova linfa, di nuovi volontari per dare una mano perché i fondi non ci sono più», spiega Capitani.

L’organizzazione «Per organizzare il festival ho cercato una mano. Prima di tutto – racconta – abbiamo organizzato un corso di formazione per i nuovi volontari. Hanno partecipato in 30 circa. La formazione è stata fatta dal personale del penitenziario di tutti i reparti. L’ultima lezione però sono stati gli stessi detenuti a tenerla».

festival della cultura - carcere - solinas - francesca capitaniI laboratori Dopo la formazione sono stati avviati 10 laboratori. «Dei laboratori che consentissero ai detenuti di dedicarsi ad attività diverse da quelle a cui sono abituati solitamente. Un qualcosa che rompesse gli schemi per far capire loro che ci sono anche cose diverse da quelle che conoscono già. Sono state proposte attività di pedagogia teatrale e poesia, benessere psico-fisico, conoscenza e filosofia, di conoscenza storico-geografica del territorio, ma anche attività ludico-ricreative e legate alla risoluzione delle problematiche relative al delicato tema delle affettività familiari. Due volte a settimana due volontari hanno tenuto lezioni a 15-20 detenuti per volta. Hanno partecipato 100 detenuti di tutti i reparti, tranne quelli del 41-bis».

terni sabbione Festival della Cultura in memoria di Giovanni SolinasGli spettacoli Dai laboratori di pedagogia teatrale sono nati 2 spettacoli: «‘Il latte di gallina’, realizzato con il circuito di alta sicurezza e messo in scena 4 volte. Per l’ultima data una settantina di posti sono stati riservati a persone esterne affinché ci fosse una sensibilizzazione della città. Per l’altro spettacolo intitolato ‘C’è del marcio a Roma’ invece sono state previste solo due date, con un pubblico tutto interno».

L’Associazione e il bando Un festival a costo zero quindi che ha anche dato vita a una nuova associazione, la ‘Toto corde’. Inoltre hanno partecipato a un bando del Cesvol della Provincia di Terni in cui sono rientrati, perciò verrà redatto e pubblicato un libro-resoconto del festival. Un festival, un’occasione per i detenuti, ma anche per la sensibilizzazione dei cittadini. Tutto nello stile di Giovanni: «Era uno che di cuore ce ne ha messo tanto – dice Capitani – lui ci ha insegnato qualcosa di importante: a non girare mai la faccia dall’altra parte».

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