«Quando saremo al governo, il primo decreto che faremo sarà quello sul reddito di cittadinanza». Questo auspicio con cui si è mosso il fiume di magliette gialle che da sabato mattina presto si è radunato a Perugia, per la seconda marcia per il ‘reddito di cittadinanza’ promossa da Beppe Grillo e dal Movimento 5 stelle. Molti parlamentari presenti, tra cui Roberto Fico, Riccardo Fraccaro, Giorgio Sorial, Alberto Airola, Danilo Toninelli e Luigi Di Maio. Magliette, bandiere, slogan. Il popolo di Grillo segue il suo leader in piazza e alle 11,30 si è messo in cammino dietro di lui. La risposta del Pd non si è fatta attendere.
«Siamo noi i veri francescani» Beppe Grillo, com’è noto, usa le parole senza troppe paure e, quindi, «i soldi per il reddito di cittadinanza ci sono, non possiamo lasciare indietro 10 milioni di persone. Il problema è quello della dignità e della invisibilità». È questo secondo il leader il senso della seconda marcia Perugia-Assisi che, nonostante qualche acquazzone sta proseguendo intensamente il suo cammino.
Slogan «Reddito di cittadinanza, per l’Italia unica speranza. Onestà e dignità subito». Con questi slogan, infatti, circa mille e cinquecento persone, provenienti da tutta Italia, si sono messe in cammino sabato mattina dalla basilica di San Pietro a Perugia. Direzione Santa Maria degli Angeli, dove il popolo dei 5 stelle arriverà nel pomeriggio, alle 17,30 circa.
Il leader Attraverso il mito di Prometeo – la leggenda del titano che porta il fuoco all’uomo – il leader dei 5 stelle aveva annunciato la manifestazione come l’inizio di una rivoluzione per la dignità. Assieme a Beppe Grillo, a sfilare assieme ai sostenitori anche Davide Casaleggio, figlio del fondatore Gianroberto, per «ribadire il diritto alla dignità della persona. Di fronte a 17 milioni di cittadini a rischio povertà il reddito di cittadinanza è la priorità del Paese» scrive ancora Grillo sul suo blog rimarcando che la povertà è un crimine contro l’umanità e come tale va combattuta e debellata. «Marceremo con delle fiaccole che rappresentano la fiamma della dignità che deve accendersi per 17 milioni di italiani che sono abbandonati dallo Stato e non dovrà mai più spegnersi».
Contro la povertà L’obiettivo è, dunque, l’introduzione di un reddito di dignità che, a due anni dalla prima marcia del popolo grillino, sempre tra Perugia e Assisi, nel 2015, non è ancora diventato legge. «Una misura di sostegno al reddito collegata e condizionata al reinserimento nel mondo del lavoro. La politica continua di fatto ad ignorare questa misura e allora, per ribadire con forza la necessità di garantire una vita dignitosa a tutte le persone che stanno ingiustamente rimanendo indietro per colpa dell’attuale classe politica il Movimento 5 stelle ha organizzato la seconda marcia per il reddito di cittadinanza».

«Non è uno spot pubblicitario» Nel primo pomeriggio arriva la risposta di Giacomo Leonelli, segretario regionale del Pd: «Grillo rispetti la Perugia-Assisi. È qualcosa di profondo è radicato dentro le coscienze e i valori della nostra Regione. Valori fatti di pace, non violenza e solidarietà di cui tutti noi siamo orgogliosi. Valori che mal si conciliano però con le campagne d’odio e le aggressioni verbali di un modo di far politica troppo spesso affine al Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo ci rispetti dunque. Rispetti la storia dell’ Umbria, della Perugia-Assisi e del pensiero di Aldo Capitini senza tentare di cucirsi addosso un portato valoriale di tutti e che francamente non pare proprio calzargli a pennello. Poi nel merito – prosegue Leonelli – ci confronteremo: sul disagio sociale e sulla lotta alla povertà, rispetto alla quale rivendichiamo con orgoglio che siamo stati i primi in Umbria, su proposta del Pd a sperimentare quel reddito d’inclusione che ha già dato una risposta concreta a circa 1.000 umbri e che poi è stato esteso dal governo Gentiloni a tutto il paese. Nessuno di noi si sottrarrà al confronto dunque, ma senza cedere di un millimetro rispetto alla necessità di preservare quel patrimonio comune di valori e spiritualità francescana che contraddistingue la nostra storia – conclude il segretario regionale del Pd – e la nostra comunità regionale che non merita di essere tirato dalla giacchetta in un tweet o in un post da chi antepone la mera, e a volte squallida, propaganda elettorale a tutto il resto».