A San Martino dei Colli manca l’acqua. E a farne le spese è stata l’intera comunità non più tardi di due settimane fa, quando nei boschi è scoppiato un grosso incendio.

L’incendio Le fiamme, divampate il 2 agosto, hanno colpito un terreno di circa 50 ettari, mandando in fumo un intero uliveto, campi e arrivando a cingere anche le pertinenze abitative nel più grave sconcerto di tutti gli abitanti che risiedono a pochi passi dal borgo, arrivando fino a Pietraia, Poggio delle Corti, Poggiolo e Madonna del Giglio. L’incendio, le cui cause sono a tutt’oggi al vaglio degli inquirenti, ha tenuto per molte ore impegnate una squadra dei vigili del fuoco, due dell’Agenzia forestale, per un numero complessivo di circa dodici operatori e un canadair e ha letteralmente divorato un’ampia superficie della campagna a ridosso del centro storico di San Martino dei Colli fino ad arrivare ad alcune abitazioni private mettendo in fuga i residenti e non risparmiando alcuni autoveicoli. Panico, disperazione e impotenza hanno pervaso gli abitanti impossibilitati a difendere le proprie abitazioni dal fuoco anche a causa dell’assenza in quel pomeriggio – e come spesso accade – di acqua del servizio idrico pubblico
Il documento «La particolare posizione geografica, un susseguirsi di collinette e chiuse di ulivi che dominano i confini sud occidentali del comune di Perugia, conferisce a questi luoghi una bellezza ineguagliabile da un punto di vista ambientale, ma li espone a grandi rischi specialmente in torride estati come quella attuale» affermano i consiglieri Pd in comune Alviero Mirabassi e Erika Borghesi che hanno depositato un ordine del giorno per il potenziamento della rete idrica del borgo.

L’assemblea Per cercare di ovviare al problema, una settimana dopo l’incendio, si è tenuto un partecipato incontro pubblico, su iniziativa della proloco di San Martino dei Colli, in cui si è affrontata l’annosa questione del rifornimento idrico di queste zone colpite da guasti continui, particolarmente frequenti in estate, della condotta idrica che costringe a lungi periodi di assenza di acqua che perdurano anche più giorni. «Le condutture idriche sono obsolete – spiegano i consiglieri – tante sono le abitazioni ancora non coperte dal servizio idrico pubblico, i pozzi risultano essere inquinati, le bocchette antincendio nell’unico centro di distribuzione acqua nei pressi del grande serbatoio ubicato a lato del cimitero locale, non sono presenti esponendo tutto il territorio al rischio di non poter difendere le abitazioni da calamità, l’acqua dell’acquedotto pubblico è puntualmente scarsa e non sempre disponibile».
Diritto fondamentale Da qui è nata la decisione di aprire un confronto con la pubblica amministrazione, Umbra Acque, Auri, Regione e anche Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico integrato «al fine di veder riconosciuto il diritto fondamentale ed inviolabile alla accessibilità all’acqua ed il conseguente diritto alla corretta, continua e regolare fruizione del servizio idrico. Diritti questi il cui riconoscimento è sancito espressamente anche nella ‘Carta del servizio idrico’ del gestore del servizio Umbria Acque», proseguono i consiglieri. «E’ necessario, infatti, individuare un percorso, condiviso con tutti i soggetti che hanno competenze, che tuteli le popolazioni del territorio per scongiurare un contenzioso giudiziario stante i diritti in gioco: interruzione di pubblico servizio, violazione del principio di uguaglianza e di parità di trattamento, violazione del diritto ad un servizio continuo e regolare, peggioramento delle condizioni di vita, violazione del diritto alla salute, cattiva gestione delle risorse pubbliche, incolumità delle persone».
Potenziare sistema Per questo, con il documento depositato in comune, i due consiglieri di opposizione vogliono impegnare la giunta e il sindaco a incaricare Umbra Acque affinché venga completata la rete idrica e siano potenziati i tubi già esistenti e affinché sia lo stesso Romizi, componente dell’Auri, a consentire al gestore di avere a disposizione le somme occorrenti per effettuare tutti i lavori necessari sulla condotta idrica pubblica al fine di garantire i diritti sanciti dalla carta.