di M.L.
Quello passato è stato un fine settimana pieno di cose da fare, il ‘Festival del Calcio’ lungo il corso e la musica di ‘L’Umbria che spacca’ a San Francesco al prato hanno dato clamore ad una città in piena vitalità estiva dove, anche il turista appena sbarcato in acropoli può godere tra le mura medievali di atmosfere gioiose e particolari.
Chi resta e chi si arrende Ma non è tutto rose fiori, per ogni festival che si realizza, c’è sempre qualcuno che sparisce, e allora dopo il ‘Rabbit festival’, evento sublime sul cinema di animazione, anche il ‘Perugia social photo’ edizione 2015 è saltato. Colpa della crisi? Dei pochi finanziamenti? O forse è solo una lotta tra associazioni per chi riesce a convincere le istituzioni e gli sponsor, elemosinando una possibilità in più?
Perugia social photo Quella che sarebbe potuta essere la quarta edizione di questo evento tutto dedicato alla ‘nuova’ fotografia non sarà, nonostante fosse quasi pronto; mancavano solo quegli accorgimenti e quell’aiuto istituzionale, che per un festival ricosciuto a livello internazionale, fanno sempre la differenza tra la sopravvivenza e la chiusura. «Eravamo sicuri che l’esempio di ‘resistenza’ dello scorso anno – sottolinea il direttore artistico Antonello Turchetti in una lettera aperta – avrebbe fatto spalancare gli occhi a chi di dovere. Abbiamo portato quasi tremila persone da 14 paesi nello scorso freddo novembre, in un evento che l’Europa ci riconosce come unico festival della fotografia italiano di grande valenza culturale (Effe – Europa for festivals, Festivals for Europe)».
Niente finalità culturale Nonostante la menzione internazionale quindi, il ‘Perugia social photo’ non era stato inserito tra le manifestazioni promosse e foraggiate in occasione della corsa perugina a capitale europea della cultura. Visto il risultato, un altro piccolo errore? O solo una scelta che ha convogliato contributi e risorse dell’amministrazione verso altri ‘lidi’, come ad esempio la menzione per startup innovativa e il finanziamento del Fondazione Cariperugia verso l’ultimo ‘L’Umbria che spacca’ o verso L’immaginario o il neo arrivato ‘Festival del Calcio’. Tutte manifestazioni di grande successo certo, ma anche con finalità culturali differenti.
Guerra tra poveri Ed ecco, allora, che a Perugia ci si interoga su quali siano i criteri di scelta: le finalità economiche o quelle culturali; o un mix di tutte e due le cose? Un po’ di chiarezza, forse, metterebbe a tacere anche quelle polemiche che non fanno altro che alimentare una guerra tra associazioni che sottotraccia, tra i vicoli perugini, sembrano non preoccuparsi del caldo visto il fervore che stanno provocando.