La prima domenica di maggio, alle ore 17, si terrà la santa messa nella chiesa di Monterivoso, al suono delle campane suonate dai campanari. La piccola tavola dipinta del XVIII secolo reca l’effige della Madonna col Bambino, di grande dolcezza. Questa è un’altra tradizione popolare dei piccoli centri della Valnerina che vogliamo raccontare.
Questa volta, come detto, Monterivoso o Castelrivoso o Casarioso, lungo le sponde del fosso del Castellone, aggrappato alla rupe rocciosa dove, qua e la, spuntano argentati ulivi. E lassù, sotto l’alta torre quadrata, la preziosa chiesa di Sant’Antonio Abate, di recente restaurata, ricca di dipinti, altari votivi, affreschi ed un melodioso organo, anche questo di recente restauro.
Dell’edificio ne abbiamo già parlato lungamente, come della tavola nel presbiterio del pittore rinascimentale Francesco Nardini o i dipinti su tela di Nicolao de Amicis, maceratese del XVII secolo. I bellissimi altari delle famiglie Mancinelli, Argenti, Paletti e Pacetti. Ma la curiosità viene raccontata dalle donne anziane del luogo a riguardo di un altra statua della Madonna col Bambino che si festeggiava solennemente a ottobre.
La Madonna ancora oggi è racchiusa nel suo pregevole altare tutto realizzato in legno, intarsiato e decorato, con alcune formelle dipinte raffiguranti i misteri del Rosario. La Madonna e il Bambino sulle sue ginocchia, indossano abiti in stoffa, il viso e le mani sono in legno scolpito e dipinto, mentre la struttura interna dei corpi è in semplice legno. La sacra immagine, al tempo dei festeggiamenti, veniva collocata in una preziosa macchina lignea dorata e intarsiata (ancora esistente in chiesa) e portata in processione per le vie del paese di Monterivoso.
Pochi giorni prima della festa la Madonna e il Bambino venivano vestiti con nuovi abiti per uscire in processione e quelli rimanevano per l’anno successivo, e così via. La sistemazione degli abiti era riservata alle donne adulte: alle bambine non si faceva assistere alla vestizione perché sotto il vestito i corpi della Madonna e del Bambino erano solo stecche di legno e, le mamme, pensavano che tale visione avesse turbato la sensibilità delle piccole.
Alla Madonna veniva messo un sotto vestito, una sorta di tunica bianca con tutto merletto e pizzo, sopra il vestito azzurro con tutte stelle dorate, polsini e colletto ricamati con merletto. Cosi anche al Bambino Gesù, anche se a lui veniva indossato una tunica di seta chiara e oro. Per i ragazzi e ragazze era una gioia vedere tutta questa cerimonia, perché somigliava alla vestizione delle bambole.
Durante la vestizione, in chiesa, le donne recitavano piano piano, sommesse, questa preghiera. E così la festa della Madonna si celebrava con suoni, canti, funzioni ma anche con balli, pranzi, rinfreschi in piazza, con il gioco delle pigne, tiro alla fune e corsa dei sacchi. Insomma, tradizioni da curare e ripristinare con gioia e spirito di aggregazione: sono i gioielli che fanno vivere questi nostri bellissimi e accoglienti borghi.