Cinque anni di reclusione per il reato di violenza sessuale aggravata: questa la pena inflitta dal tribunale di Terni in composizione collegiale – presidente Luciana Nicolì, giudici Biancamaria Bertan e Francesco Maria Vincenzoni – nella giornata di martedì ad un 27enne di nazionalità nigeriana. I fatti, avvenuti a Guardea (Terni), risalgono al novembre del 2020.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia giudiziaria – l’Arma dei carabinieri – e contestato dall’accusa, che in aula ha chiesto una condanna a sei anni, l’uomo – al tempo 22enne – aveva abusato sessualmente di una connazionale, fidanzata di un suo amico, che al tempo dei fatti aveva 28 anni di età. In particolare, secondo la ricostruzione accusatoria, l’imputato aveva tentato di avere un rapporto consenziente con la ragazza e, una volta respinto, aveva chiuso a chiave la stanza in cui i due si trovavano e, dopo averla spinta con forza sul letto, immobilizzata e spogliata, l’aveva costretta a subire il rapporto, completo, contro la sua volontà. Il tutto alla presenza del figlio di 2 anni della donna.
Un fatto poi attenzionato dai militari dell’Arma e, a seguito delle indagini, diventato processo con la pesante contestazione formulata dalla procura di Terni. Nel contesto della sentenza, la donna – parte civile attraverso l’avvocato Francesco Mattiangeli del Foro di Terni, si è vista riconoscere una provvisionale di 12 mila euro, con la restante parte che dovrà essere stabilita in sede civile. Per l’imputato, contumace e difeso dall’avvocato Paolo Pileri, la prospettiva invece è quella del giudizio d’appello.