Trentuno sindaci di Umbria e Toscana prendono carta e penna e scrivono al ministro dei trasporti Matteo Salvini, Trenitalia e Regioni per protestare contro le gravi criticità crescenti dei trasporti ferroviari sull’asse Firenze-Roma. Un fronte che, assicura la sindaca di Orvieto Roberta Tardani, tra i primi cittadini firmatari, «è destinato a crescere perché altri Comuni dell’Umbria che vivono disagi simili sono pronti ad unirsi». Soppressioni, ritardi e riduzioni di frequenza dei treni Intercity e Regionali e il dirottamento dei convogli, come l’IC 598, sulla linea lenta tra Orte e Settebagni, con allungamenti dei tempi di percorrenza, le problematiche riscontrate dai viaggiatori, molti dei quali pendolari. «Modifiche introdotte come temporanee e diventate strutturali – scrivono i sindaci – escludendo i treni Intercity e Regionali dalla linea direttissima a favore dell’Alta Velocità, in contrasto con gli accordi quadro sottoscritti tra il gestore della infrastruttura ferroviaria e le Regioni Umbria e Toscana, ma ancor di più perché non garantisce il principio di equità e universalità dei servizi pubblici sovvenzionati».
Caos treni: da dicembre tutti i regionali su linea lenta. De Rebotti: «Inaccettabile»
Il documento è stato inviato oltre che a Salvini, al presidente di Trenitalia Stefano Cuzzilla, alla presidente di Rfi Paola Firmi, ai presidenti delle commissioni Trasporti della Camera dei Deputati, Salvatore Dedda, e del Senato della Repubblica, Claudio Fazzone, e ai presidenti delle Regioni Umbria e Toscana, Stefania Proietti ed Eugenio Giani.Tra le richieste contenute nell’atto, il ripristino immediato del passaggio dei treni Intercity e Regionali sulla linea direttissima tra Orte e Settebagni, la pianificazione «trasparente» degli interventi infrastrutturali, con comunicazione preventiva a utenti e Comuni, l’istituzione di un tavolo permanente interregionale, con la partecipazione delle Regioni Umbria e Toscana, delle amministrazioni comunali coinvolte, di Rfi, Trenitalia e del ministero, la tutela e valorizzazione dei servizi ‘obbligo di servizio pubblico’.
Oltre che dalla prima cittadina di Orvieto, il documento è stato firmato dai sindaci di Allerona, Alviano, Attigliano, Baschi, Castelgiorgio, Castelviscardo, Fabro, Ficulle, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecchio, Monteleone d’Orvieto, Montegabbione, Parrano, Penna in Teverina, Porano, San Venanzo, e – per la Toscana – Chiusi, Cortona, Chianciano Terme, Cetona, Montepulciano, Pienza, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena, Trequanda. Infine anche dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, in qualità di presidente della Provincia di Terni