Otto anni e otto mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale: Antonino Speziale, giovane ultrà del Catania condannato per la morte dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, ucciso in circostanze ancora non del tutto chiarite dopo il derby Catania-Palermo del 2007, su cui nelle ultime settimane sta cercando di far luce la trasmissione “Le Iene”, è uscito dal carcere nella giornata di martedì. E tanti gruppi ultras si sono schierati dalla sua parte, con messaggi di solidarietà .
Striscione al Curi di Perugia
All’esterno del carcere di Messina, dove era recluso, oltre al padre, che è passato a prenderlo, anche uno striscione dei tifosi locali, storici rivali del Catania, eppure solidali con lui. Speziale ha sempre rivendicato la propria innocenza, ribadendola anche all’uscita dal carcere: «Poi vi racconterò tutto quello che ho passato. La mia condanna è stata un’ingiustizia e chi ha sbagliato pagherà con la giustizia».
Appoggio trasversale
Ma in tutta Italia ci sono state manifestazioni di sostegno per il ragazzo, allora 17enne, condannato in via definitiva, ma con una sentenza che, secondo l’inchiesta della trasmissione Mediaset, ha molte falle. Per lui, martedì mattina, anche uno striscione della Curva Nord: gli ultras del Grifo hanno scritto: «Un abuso senza precedente, oggi libero, da sempre innocente».