Ospedale Perugia, i sanitari sospesi scendono da 35 a 26

Covid – Dopo il provvedimento, contestato dal sindacato NurSind, 9 dipendenti hanno deciso di vaccinarsi

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Niente adempimento all’obbligo di vaccinazione e prime sospensioni dal servizio all’ospedale di Perugia. Lo annuncia la stessa azienda: riguardano trentacinque sanitari, dei tre quali sono medici. Il NurSind attacca.

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Fine istruttoria

La sospensione arriva al termine dell’istruttoria portata avanti dal dipartimento di prevenzione della Usl Umbria 1: «Si sta procedendo – spiegano dal ‘Santa Maria della Misericordia’ all’invio delle note di sospensione dall’attività lavorativa del personale che non ha adempiuto all’obbligo di vaccinazione contro il Sars-CoV2. L’atto di accertamento dell’inosservanza dell’obbligo vaccinale – ai sensi dell’articolo 4 del decreto legge 44 del 1 aprile 2021 convertito in legge n. 76 del 28 maggio 2021 – da parte dell’Usl di appartenenza, determina la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da Sars – CoV2 e mettere a rischio pazienti e personale».

Marcello Giannico

La riorganizzazione

Giocoforza c’è la necessità di una sistemazione generale: «Stiamo procedendo – le parole di Marcello Giannico, direttore generale dell’ospedale di Perugia – con la riorganizzazione dell’attività in quei servizi in cui era impiegato il personale ora sospeso, per limitare gli eventuali disagi per l’utenza e per il resto del personale che ha invece adempiuto alla vaccinazione».

Il NurSind: «Indecenti modalità di applicazione»

Passano poche ore e il coordinatore regionale del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, attacca duramente: «Al di là del giudizio che la nostra organizzazione sindacale NurSind – le parole di Marco Erozzardi – dà alla norma in oggetto, ci sembrano assolutamente inaccettabili ed indecenti le modalità di applicazione dell’obbligo di legge, che hanno portato i servizi aziendali a dotazione organica insufficiente per affrontare i turni di oggi e dei prossimi giorni, richiamando in servizio personale a riposo o che aveva già prestato il turno mattutino. Un atteggiamento irriguardoso ed irrispettoso sia nei confronti del personale rimasto in servizio, in sotto-organico, che dell’utenza a rischio di mancata erogazione delle prestazioni, anche di pronto soccorso, oltre che dello stesso personale sospeso che ha dovuto lasciare i servizi quando era già al lavoro (in alcuni casi anche in maniera errata, da quanto ci e’ dato conoscere, perche’ in possesso dei requisiti per poter continuare a lavorare). Questo è l’ennesimo atto di offesa nei confronti del personale sanitario che in questi mesi, vax o no vax, si è sacrificato per poter offrire un servizio quantomeno sufficiente agli utenti dell’ospedale di Perugia».

Le conseguenze

Erozzardi poi guarda a ciò che potrà accadere: «Il personale sanitario ha dovuto affrontare la pandemia senza un piano pandemico aggiornato e senza dispositivi di protezione individuale per diverso tempo, riorganizzazioni improvvise degli ambienti e delle proprie attività reinventandosi più e più volte, il continuo ricambio dirigenziale aziendale deciso dalla Regione Umbria. Il tutto senza alcun riconoscimento, né economico nè morale.  Nei prossimi mesi lo stesso personale dovrà affrontare una emergenza non ancora al termine, soddisfare liste di attesa sempre più lunghe e la normale attività assistenziale con organico ridotto ulteriormente dai provvedimenti aziendali, in una situazione di carenza cronica pluriennale di infermieri ed Oss. La direzione aziendale, ma anche la Regione Umbria, devono – sottolinea – dare risposte immediate alle consegunze che arriveranno dalle proprie decisioni, con atti urgenti che pongano al riparo sia l’utenza che il personale da disservizi già presenti e destinati ad aumentare dopo tali provvedimenti. Il tutto senza dimenticare che, oltre alle normative anti Covid 19, esiste un contratto di lavoro che determina modalità operative e gestionali da rispettare nei confronti dei lavoratori, pena probabili ed immediate denunce alle autorità competenti».

Aggiornamento venerdì 24 settembre

Nel pomeriggio di venerdì 24 settembre l’azienda ospedaliera di Perugia comunica che «a seguito dell’invio delle lettere di sospensione, sono 9 i dipendenti che hanno prodotto la certificazione vaccinale e, quindi, immediatamente reintegrati in servizio. Ad oggi risultano 26 sanitari sospesi».

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