In casa Polisportiva Bosico, a Terni, c’è voglia di ripartenza. Dopo mesi di stop obbligato per via dei provvedimenti restrittivi anti Covid-19, le nuove misure consentono una graduale riapertura delle attività con allenamenti all’aperto: «I campi dell’oratorio Salesiano sono pronti a rianimarsi delle voci dei ragazzi, della loro energia e della gioia di tornare alla loro passione, con gli amici che hanno lasciato a ottobre scorso».

Tempo di ricominciare. L’anniversario
Il presidente della polisportiva è Pietro Pallini: «Sono stati mesi difficili in cui l’attività, salvo per un ristretto numero – commenta – di ragazze del volley impegnate in campionati di interesse nazionale, si è dovuta fermare del tutto. Non è stato semplice mantenere il rapporto con i bambini e le loro famiglie, ma ce l’abbiamo messa tutta, anche con una sorta di didattica a distanza: una Dad sportiva! Adesso è il momento di ricostruire i rapporti personali e l’abitudine all’incontro e al gioco, ma siamo sicuri di farcela, con il nostro team, che esprime valori molto alti, sia dal punto di vista tecnico che umano. Una ripartenza che coincide con il 75° anniversario della Bosico, realtà sportiva storica della città, nata dall’intuizione dei Salesiani, che hanno da sempre compreso il valore educativo del gioco e dello sport, e sviluppata nel tempo con il contributo di tanti appassionati dirigenti, tecnici e atleti, nei settori del calcio, del basket e della pallavolo. Attraversare l’anno della pandemia – prosegue Pallini – è stato difficile per tutti, ma per un’associazione sportiva si è trattato di affrontare un livello di complessità inconsueto e un impegno estremamente oneroso per quanto riguarda gli interventi da mettere in campo per rispettare le regole anti Covid: sanificazioni, disinfettanti, termometri, poi la necessità di ripensare l’attività, assicurando il distanziamento e dotandosi di maggiori attrezzature (canestri, porte, palloni)».
L’aiuto della fondazione Carit
«Non so se ce l’avremmo fatta da soli – continua Pallini – ma siamo riusciti a cogliere la possibilità offerta da un bando della Fondazione Carit finalizzato a sostenere la ripresa dell’attività dei soggetti non profit che operano in favore degli anziani, dei disabili, dei bambini e dei ragazzi e, grazie al contributo ottenuto, abbiamo affrontato la fase due a giungo del 2020 con risorse sufficienti. Così, con il progetto ‘Fuori dagli schermi: gioco-sport per la vita’, siamo riusciti a riportare i piccoli nei luoghi dello sport dopo i mesi del primo lockdown e poi il rapporto con i ragazzi e le ragazze dei nostri gruppi non si è mai del tutto interrotto, anche quando, in autunno, la ripresa dei contagi ci ha obbligato a sospendere di nuovo le attività. Per questo mi sento in dovere di esprimere tutta la nostra gratitudine alla fondazione Carit, anche a nome dei tanti giovani che hanno comunque potuto – conclude – fare sport grazie alle risorse stanziate.
Adesso è ora di ripartire davvero: tutti fuori dagli schermi, si torna in campo».