di S.F.
«Viva le arti!». A voce ben alta: così Sara Camuzzi in chiusura del suo discorso dopo aver ricevuto il 1° Premio Vincenzo Pirro’ a palazzo Carrara: sabato mattina il riconoscimento in memoria dello storico e filosofo di origini pugliesi, ma ternano d’adozione.

A giudicare ci ha pensato la commissione composta dal presidente Fausto Dominici, Valentina Leonelli e Cristina Ranucci. In sala Pirro anche il professor Rodolfo Sideri, i familiari di Vincenzo Pirro – con in testa il figlio Danilo – e il funzionario comunale Corrado Mazzoli. «Un onore vincere. Ma soprattutto rappresentare la mia città: un’enorme emozione essere qui, non mi aspettavo la vittoria. Spero che Terni riesca a risollevarsi da questa situazione. E viva le arti!», il commento ‘a caldo’ della 33enne. Laureatasi all’università degli studi della Tuscia con una tesi sull’industria vista dall’arte, con citazione del caso di Terni.
Il motivo del trionfo? «Ha vinto il lavoro di ricerca di Sara Camuzzi perché riguarda la scuola pittorica ternana negli anni compresi tra il 1927 agli anni ’60, con la prima battuta d’arresto della Società Terni. La studiosa ha individuato questa scuola ternana ed i suoi protagonisti, agganciando lo sviluppo dell’arte all’identità industriale della città. Un’ottima bibliografia ed un bell’apparato iconografico. Riteniamo che possa essere un punto d’avvio per altri lavori. Il metodo ci è piaciuto molto». Tre i macrotemi dell’opera: «La scuola ternana dal punto di vista del paesaggio, il processo produttivo e la prospettiva del simbolo con allegoria». La Salinetti ha definito il premio «importante per il passato ed il futuro. Da qui la città può crescere e donarci tanto». Ricordato nell’occasione anche Giorgio Armillei.
Soddisfatto Pirro: «C’era stata un’interlocuzione con Michele Rossi durante l’era Latini e l’obiettivo era avere un premio di ricerca storica che valorizzasse la memoria della città di Terni e gli studi dei giovani. Con la giunta Bandecchi si è concretizzato. Ci sono tanti studenti che fanno lavori sul Terni, che poi non vengono valorizzati. Un motore propulsore per il futuro». Festa per la Camuzzi. A chiudere la mattinata un’esibizione a firma istituto ‘Briccialdi’.