Terni dice addio a don Antonio Maniero. Il parroco emerito di San Salvatore – originario di Campolongo Maggiore, Venezia, ordinato nel luglio del 1963 -, vicario generale della diocesi di Terni-Narni-Amelia dal 1993 al 2014 e canonico del Capitolo della cattedrale di Terni si è spento giovedì all’età di 85 anni dopo una lunga malattia. Le esequie si terranno sabato 7 giugno alle ore 11.30 in cattedrale. Condoglianze vengono espresse anche dall’editore e dalla redazione di umbriaOn.

«Un sacerdote molto amato in diocesi – riporta una nota dell’ufficio stampa diocesano -, sia per il suo impegno nella pastorale sociale e vocazionale, ma soprattutto per la sua amabilità, il suo sorriso e disponibilità verso tutti, sempre pronto ad accogliere e confortare. È stato maestro per i giovani, amico per il mondo del lavoro, guida per i sacerdoti e consacrati, sollecito nel servizio vocazionale per il quale si è sempre dedicato con entusiasmo. Ha amato profondamente la diocesi e la comunità cristiana per la quale ha profuso tutte le sue energie umane e spirituali, con grande attenzione per le problematiche del mondo di oggi e ai bisogni delle persone».

«All’inizio del suo ministero – prosegue la nota – è stato cappellano del lavoro, vice cancelliere vescovile, insegnante di religione nelle scuole superiori. Ha svolto il suo ministero sacerdotale dal 1965 al 1975 come vicario parrocchiale di Santa Maria Assunta nella cattedrale di Terni, quindi parroco a San Salvatore in Terni, parroco di Santa Maria Maggiore e San Nicolò a Collescipoli, dal 1981 al 1993 parroco dell’Immacolata Concenzione alla Polymer, dove ha istituito il premio della Rosa d’Oro e la Festa delle Rose. È stato vicario generale della diocesi dal 1993 al 2014 e parroco presso la parrocchia di San Salvatore dal 1999 al 2017, quando le sue condizioni di salute sono peggiorate e la malattia ne ha ridotto la mobilità».
Anche Vincenzo Paglia, già vescovo di Terni, lo ricorda: «Un amico, un collaboratore, un prete esemplare con cui ho condiviso tanti anni di lavoro e di amicizia. Mi unisco alla preghiera di tutta la diocesi, per questo amico fraterno, collaboratore ed esempio di fedeltà sacerdotale. Abbiamo continuato a sentirci anche in questi ultimi anni ed è un grande dolore dovergli dire addio».